Rat-Man 103, la recensione

Le Ombre dei Figli vengono alla luce nel nuovo di Rat-Man, tra gag fulminanti e ritorni sorprendenti...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Un titolo come Le Ombre dei Figli è carico di aspettative per tutti i Rat-fan, considerando il rimando esplicito alla storia Le Ombre dei Padri che più di 10 anni fa dava il via all'Esalogia delle Origini; in quell'occasione Leo Ortolani aveva raccontato l'infanzia di Deboroh rivelando il suo rapporto col glaciale Valker, in una delle fasi più importanti dell'intera saga e probabilmente quella più ricca di rivelazioni sul passato del protagonista.
Con un simile parallelismo fin dal titolo e il cliffhanger del numero precedente col ritorno di Valker è lecito aspettarsi grandi cose... e non si rimane delusi.
In realtà Ortolani riesce a farsi beffe del lettore, disilludendo ogni ipotesi con un doppio colpo di scena carpiato che dimostra come nulla sia come sembra.
Ma i grandi ritorni sono garantiti, in quest'albo e promessi per gli albi a venire, in quello che sembra finalmente una cavalcata a tutti gli effetti verso il gran finale, in cui tutti gli elementi dell'epopea ratmaniana tornano in scena per chiudere la decennale battaglia del supereroe contro l'Ombra.
Per l'occasione rivediamo anche i flashback padre-figlio tra Valker e il giovane Deboroh, ricchi di situazioni spassose e momenti toccanti; il perfetto equilibrio tra comicità, approfondimento psicologico e sviluppo narrativo riesce a soddisfare tutti i tipi di lettori, da quelli che preferiscono l'umorismo a quelli che apprezzano soprattutto gli altri elementi della serie.
Il piacere nostalgico che si prova nel rivedere Piccettino o Rat-Boy non può però avere la meglio su alcune sequenze drammatiche, che si affermano rapidamente tra i numerosi momenti memorabili della serie, in primis un inquietante splash-page che potrebbe dare una nuova interpretazione a una figura fondamentale dell'Esalogia delle Origini.

Il presente e il passato si ricongiungono finalmente, con un obiettivo: il futuro. Non si tratta di un nuovo combattimento o di una nuova fase del personaggio, ma della resa dei conti finale. I personaggi hanno una meta precisa, la sensazione di conclusione incombente è palpabile.
Ma Ortolani riesce a spiazzare ulteriormente i lettori, inserendo a questo punto della vicenda una sua creatura che mai ci si sarebbe potuti aspettare di vedere nella saga di Rat-Man; ormai è sempre più difficile distinguere le opere collegate a Rat-Man da quelle estranee, visto che tutti i tasselli stanno in qualche modo confluendo in un unico disegno che è la produzione dell'autore di Parma.

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