Rash!!, la recensione

Dopo la conclusione di City Hunter, Tsukasa Hojo realizza Rash!!, miniserie che ha per protagonista un'avvenente dottoressa con metodi poco convenzionali...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Appena concluso City Hunter, Tsukasa Hojo deve cominciare un nuovo manga, nel tentativo di realizzare qualcosa all'altezza di quella che era (e sempre resterà) la sua opera di maggior successo.
Ha così inizio Rash!!, storia che contiene molte caratteristiche ricorrenti nello stile dell'autore, mescolando umorismo, azione e drammaticità, mettendo al centro di tutto la bellezza femminile.

La protagonista infatti è Yuki, un giovane dottoressa dall'aspetto mozzafiato, che decide di lasciare il lavoro in università per tornare al suo paese natale, dove sostituirà la sua nonna nel ruolo di medico del penitenziario locale. Ovviamente una ragazza attraente come lei è un bocconcino invitante per tutti i detenuti, che fingono di stare male pur di essere visitati; Yuki però è in grado di difendersi da qualunque minaccia grazie a un'abilità nelle arti marziali fuori dal comune e a un approccio malizioso che la porta a sfruttare la sua avvenenza per stuzzicare gli uomini e raggiungere i suoi scopi.
Attorno a lei si muove un cast di comprimari divertente, ma l'unico che nei due volumi della miniserie riesce ad essere caratterizzato in modo abbastanza approfondito è Tatsumi, suo amico d'infanzia che lavora come poliziotto ed è segretamente innamorato di lei.

Rash!! riesce a catturare da subito il lettore grazie a un primo episodio dirompente, un rocambolesco inseguimento per le strade della città in cui la protagonista mostra immediatamente la sua simpatia, il suo fascino e le sue abilità, riuscendo a impedire un'evasione e curando un paziente mentre sfreccia ad alta velocità. I primi episodi mostrano la protagonista alle prese con cure straordinarie e un'etica personale fuori dai canoni della professione medica; per Yuki non è la malattia in sé il problema, ma spesso si introduce nella vita personale dei suoi pazienti per risolvere la situazione alla radice.
Se il primo dei due volumi della miniserie è divertente e abbastanza spensierato, il secondo volume cambia rapidamente registro: Yuki deve occuparsi di un caso di droga e per fare questo deve affrontare alcuni spacciatori e un'organizzazione criminale, facendo i conti anche con un'importante figura del suo passato.

Non si capisce come in così poco tempo un fumetto possa mostrare due identità così differenti, accantonando in modo brusco la forte componente comica per concentrarsi su missioni pericolose che spingono anche a riflessioni morali sulla giustizia, su quale sia il confine fino a cui è corretto spingersi per salvare qualcuno.
Tsukasa Hojo era riuscito ad avviare una nuova serie che avrebbe potuto continuare e trovare una sua personalità e sviluppi interessanti, ma in poco tempo è tornato a calcare un sentiero forse troppo simile a City Hunter, con situazioni e protagonisti che assomigliano troppo al suo lavoro precedente. Forse la situazione di partenza era troppo vicina e la tentazione a ricascare su una strada già battuta con successo è stata troppo grande, col risultato però di creare qualcosa di poco soddisfacente anche per lo stesso autore, come ha ammesso in futuro.
La soluzione sarà di ripartire con un contesto e un genere completamente differenti, come farà in Family Compo, oppure tornare in modo esplicito a far rivivere i protagonisti di City Hunter, come avverrà in Angel Heart.
Rash!! rimane quindi una miniserie troncata in modo netto, con un finale affrettato trovato per chiudere un progetto traballante e potersi dedicare ad altro; tra le sue pagine si trovano però alcuni episodi ispirati, qualche risata e personaggi con buone potenzialità, purtroppo non sfruttate al meglio.

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