Rampart - la recensione
[San Sebastian Film Festival] Il nuovo film di Oren Moverman scritto con James Ellroy risulta un poliziesco purtroppo dimenticabile...
Oren Moverman è uno di quei cineasti da cui ti aspetti sempre qualcosa di importante. Da regista in relatà ha firmato solo una pellicola, quel Oltre le regole - The Messenger passato quasi nel completo silenzio in Italia, ma capace di arrivare a due candidature agli Oscar (sceneggiatore e attore protagonista), ma da sceneggiatore c’è il suo nome dietro i vari Io non sono qui e Jesus’ Son.
Moverman insomma cerca di giocare sul sicuro: un bel cast (ci sono anche Robin Wright, Sigourney Weaver, Anne Heche e Steve Buscemi), uno straordinario scrittore e sceneggiatore, forse il più grande quando si parla di polizieschi, e lui stesso in cabina di regia, per una seconda prova che dovrebbe dare conferma di quanto fatto vedere due anni fa.
Non che ci si annoi: Moverman bene o male sa girare (a parte un insopportabile girotondo intorno al tavolo che tanto ricorda i ghirigori di Ozpetek), Harrelson è sempre un piacere da guardare e l’atmosfera sinistra delle strade assolate di Los Angeles evoca da sola così tante storie cinematografiche che ci si aspetta sempre da un momento all’altro una bella sparatoria catartica, ma le premesse erano ben altre...