Rai: Libro due, la recensione
Rai: Libro due riesce nel difficile compito di incrementare la qualità della serie, ampliando lo spettro di riflessioni e suggestioni che accompagnano il viaggio dei due protagonisti
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.

Continuiamo a seguire il viaggio di Rai e Raijin nel secondo volume della nuova serie Valiant dedicata al Protettore del Nuovo Giappone, pubblicato in Italia da Star Comics. In cabina di regia, troviamo ancora il team creativo che hanno tenuto a battesimo la pubblicazione, ovvero lo sceneggiatore Dan Abnett e il disegnatore Juan José Ryp.
Dopo aver guidato la rivolta che ha messo fino all’utopia del Nuovo Giappone – il continente orbitante governato dall’intelligenza artificiale nota come il Padre – Rai si è ritrovato sulla Terra ad affrontare il nemico che riteneva sconfitto. Il Padre, infatti, è riuscito a tornare e si è impossessato del corpo di Bloodshot (il guerriero con i naniti); adesso, è alla ricerca dei dodici back up dispersi nei vari settori caduti sul nostro pianeta, per poter recuperare la sua piena efficienza. In questo nuovo capitolo, dunque, i due guerrieri positronici devono proseguire il loro cammino per impedire che il loro progenitore possa assoggettare anche questa realtà.Leggi anche Rai: Libro uno, la recensione
Questi due aspetti rappresentano gli elementi inediti che si vanno ad aggiungere a temi preminenti quali il viaggio, le dinamiche tra Rai e Raijin e l’evoluzione del loro rapporto, l’emancipazione delle intelligenze artificiali, lo sviluppo di nuove comunità post-apocalittiche. In particolare, è lodevole la volontà di Abnett di mostrarci attraverso Romanus e Nuova Ur le brutture e le distorsioni prodotte dalle utopie sulla crescita di nuove società civili: ispirate rispettivamente agli scenari architettonici della Roma imperiale e di un medioevo-futuristico, le due città-stato ammaliano per le ambientazioni ma, allo stesso tempo, ci spingono a un’attenta riflessione su quanto stiamo vivendo nel quotidiano.
Insomma, Rai: Libro due riesce nel difficile compito di incrementare la qualità della serie, ampliando lo spettro di riflessioni e suggestioni che accompagnano il viaggio dei due protagonisti. Se non dovesse bastarvi l’azione, i dialoghi intensi, il confronto ideologico tra i personaggi e gli scenari esotici, sappiate che c’è un Ryp in stato di grazia che si conferma tra i disegnatori più bravi del roster Valiant. Il suo stile realistico riesce a tratteggiare una vicenda dai forti risvolti umani, in cui a parlare non sono tanto le figure quanto le loro emozioni: ogni stato d’animo viene impresso con grande maestria su tavole di assoluto valore. La sua bravura, però, sta anche nel saper mantenere invariata la sua capacità narrativa anche nelle tumultuose sequenze d’azione e nella costruzione di mondi immaginari: se lo stile imperiale aveva già caratterizzato la sua prova su Britannia e non rappresenta una novità, affascinante risulta la realtà ideata per Nuova Ur.
Non ci sono dubbi: tra le diverse serie Valiant proposte da Star Comics in Italia, Rai è la migliore. Fatela vostra senza tante esitazioni.
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