Le ragazze nello studio di Munari, la recensione

Abbiamo recensito per voi la nuova edizione BAO di Le ragazze nello studio di Munari

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Fabio è un rivenditore di libri usati di grande pregio. Il lavoro lo porta in giro per l’Italia alla ricerca di biblioteche private da rilevare per poi rimetterle sul mercato, e si è ritagliato uno spazio che ha adibito a casa nello stesso negozio in cui esercita la sua professione. Tutto il suo mondo è racchiuso in poche centinaia di metri quadrati dove, tra uno scaffale pieno di libri e poster di vecchi film, prova a tenere in equilibrio la sua vita sentimentale.

Forse si amano proprio da quel tremendo momento in cui hanno sentito l'impossibilità del loro amore. Si amano, ora, perché si sono già lasciati.

Oltre che dal vasto mondo delle arti figurative, Fabio è molto attratto dalle donne, per le quali nutre una passione morbosa che lo spinge a intrattenere più relazioni contemporaneamente. La sua non è una mera ricerca di appagamento fisico, quanto piuttosto il costante invaghirsi per il gentil sesso. Basta un piccolo particolare, il gesto della mano come un taglio di capelli, e qualcosa scatta nella sua mente: la voglia di amare ed essere amato, di perdersi nelle variabili di un possibile futuro in grado di cambiarlo, ma che si disperde all’alba.

BAO Publishing riporta in libreria una delle opere più intime e personali di Alessandro Baronciani, pubblicata originariamente nel 2010 e divenuta oggetto di culto per gli estimatori dell’artista pesarese. Stiamo parlando di Le ragazze nello studio di Munari, graphic novel divisa in sei capitoli che raccoglie sotto forma di racconti le memorie, le riflessioni e le digressioni che Fabio affida al suo personal computer nelle notti insonni.

All’interno del panorama fumettistico italiano, Baronciani ha sempre rappresentato un unicum che unisce la Nona Arte a design, architettura, letteratura, musica e cinema. La formazione dell’artista confluisce prepotentemente all’interno della sua poetica, e Le ragazze nello studio di Munari è solo il primo - ma forse il più fulgido - esempio di questa impostazione.

L’arte per amore dell’arte.

L’opera si presenta come un flusso di coscienza torrenziale in cui la vita del protagonista viene mostrata senza seguire un preciso ordine cronologico. La natura frammentaria della narrazione rompe lo schema classico del racconto per immagini senza che ciò rappresenti un limite per la lettura, che risulta invece scorrevole e appassionante. Il fulcro della graphic novel, infatti, non è rappresentato solo dal racconto della vita di Fabio, ma anche dal calderone di influenze che permeano ogni sua singola pagina.

La somma delle esperienze e degli studi dell’autore offre il vasto substrato dal quale attingere per plasmare ogni singolo passaggio. In particolare, spicca la poliedrica genialità di Bruno Munari, che cattura l’attenzione di Fabio. In onore dell'artista, Baronciani crea un’opera fruibile su più livelli che stimola tanto la vista e l’intelletto quanto il tatto e la fantasia: il lettore viene così coinvolto in un’esperienza sensoriale unica che fa rivivere le reminiscenze di una vita in bilico tra edonismo e sacralità, tra piacere e colpa.

L'Arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nella forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.

Sebbene sia una delle prime realizzate da Baronciani, Le ragazze nello studio di Munari è un'opera matura che unisce alla complessità della costruzione narrativa la sintesi del tratto: poche linee, un'estrema cura dei dettagli e grande espressività. L'autore ha saputo creare una propria dimensione lontano da tecnicismi e orpelli, a vantaggio dell'immediatezza. Ogni tavola potrebbe tranquillamente essere un’illustrazione a sé in grado di raccontare una storia. Per inglobare al suo interno le sensazioni più disparate, scaturite da altre forme espressive, Baronciani sperimenta un linguaggio ibrido che fa sua la lezione di Munari e riesce a trasportarla in un medium aperto alle contaminazioni come il Fumetto.

Va riconosciuto a BAO il merito di puntare su un artista unico nel panorama italiano, così come la bravura di un autore spesso sottovalutato e forse, fino ad oggi, non abbastanza valorizzato. Adesso non ci sono più scuse: è tempo di colmare il vuoto recuperando una lettura imprescindibile per chi ama l’arte sequenziale.

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