I racconti dei vicoletti, la recensione

I racconti dei vicoletti di Nie Jun racconta in modo delicato il rapporto tra un nonno e sua nipote

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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I racconti dei vicoletti inaugura la nuova collana di BAO Publishing dedicata al fumetto cinese moderno, con la quale arriveranno sugli scaffali italiani tesori della Nona Arte provenienti da una nazione da cui finora è stato importato ben poco (e guarda caso "Bao" in cinese significa proprio "tesoro").

I due protagonisti sono Yu'er - una giovane bambina disabile con difficoltà a camminare - e il suo simpatico nonno Doubao, che attraverso racconti e attività creative riesce sempre a trovare il modo per strappare un sorriso alla sua adorata nipotina.

Il volume raccoglie quattro racconti di una trentina di pagine ciascuno, tutti ambientati tra le strade ai margini della capitale cinese; uno scenario senza tempo, bucolico dove non c'è alcun segno di ricchezza o di nuove tecnologie, ma nemmeno di povertà, e i personaggi riescono a vivere serenamente la propria vita godendosi la magia delle piccole cose.

Questo microcosmo viene inizialmente tratteggiato in un modo apparentemente realistico, un suggestivo ritratto della vita rurale, ma in seguito si viene travolti da elementi del tutto fantastici, inseriti in un modo al contempo delicato e spiazzante. Una piscina costruita in modo fantasioso in cortile, un concerto sinfonico eseguito da insetti in piena campagna, un'atipica storia d'amore nata da un rapporto epistolare e un pittore che vede valorizzata la sua arte sono i soggetti dei quattro episodi.

In ogni breve vicenda assistiamo alla realizzazione di un desiderio grazie alla collaborazione tra le persone e al supporto reciproco. Un rapporto tra nonno e nipote fatto di abbracci, sorrisi, prese di coraggio e pomeriggi estivi in grado di risvegliare l'attenzione sulle piccole gioie del quotidiano. Nella periferia di Pechino, le persone si conoscono, si parlano, si scoprono e si aiutano; sono loro a definire l'identità di questa area, che come in un paesello vede piccole storie ordinarie consumarsi tra le sue casupole e i suoi ponticelli.

In patria, l'autore Nie Jun è noto per i suoi due manhua Diu Diu e My Street. I racconti dei vicoletti è la sua opera più recente e ha una struttura narrativa particolare: le trame sono decisamente lineari e potrebbero non soddisfare è attratto da vicende più elaborate, ma non siamo nemmeno al cospetto di uno slice of lice privo di un vero e proprio intreccio, anche se l'atmosfera e la magia possono ricordare il genere. Siamo più vicini al canone della serializzazione giapponese o americana, ossia episodi che fungono da tasselli di un mosaico più ampio, anche se in questo caso il quadro complessivo è composto da solo quattro parti.

Sembrerebbe quasi grossolano paragonare lo stile grafico di questo prodotto cinese a quello caratteristico dello Studio Ghibli, ma l'ampio respiro degli scenari e l'aspetto dei personaggi non possono non far pensare al celebre studio d'animazione nipponico.

A fine volume sono inoltre presenti alcuni schizzi a matita del disegnatore: un taccuino in cui sono stati catturati alcuni scorci di paesaggi urbani, che, seppur suggestivi, sottolineano l'enorme valore aggiunto del colore alle sue tavole.

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