Qui non è Hollywood, la recensione: una grande fiction sull’omicidio Scazzi che parla di donne, uomini e sessualità

La serie sul delitto di Avetrana è un prodotto eccellente con un ottimo cast

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Finalmente arriva su Disney+ Qui non è Hollywood, la serie sul delitto di Sarah Scazzi con titolo cambiato rispetto al passato. O meglio: è stato promosso il sottotitolo a titolo, visto che fino a qualche giorno fa, prima della sospensione della messa in onda da parte del Tribunale di Taranto, il titolo vero era Avetrana - Qui non è Hollywood.

È un percorso audiovisivo prodotto da Groenlandia che si chiude dopo il documentario in quattro puntate diretto da Christian Letruria nel 2021 (Sarah – La ragazza di Avetrana, su Sky e NOW Tv) ispirato al libro La ragazza di Avetrana di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni edito nel 2020. Questa è fiction con attori, make-up prostetici, addirittura sogni e visioni dei protagonisti proprio per differenziarsi nel linguaggio rispetto all'ottimo lavoro tra anni fa di Letruria & Co ai tempi del doc in quattro parti. La fiction diretta da Pippo Mezzapesa (anche la sua carriera è sempre stata in bilico tra documentario e finzione) ha un'interessante struttura lineare dal punto di visto cronologico con quattro protagonisti per ogni singolo episodio che si passano il testimone da quando Sarah Scazzi è viva fino agli arresti prima del processo. Apre Sarah Scazzi, nella realtà della cronaca nera scomparsa a fine agosto 2010 e poi trovata morta alle prime ore del 7 ottobre dello stesso anno dopo la confessione dello zio Michele Misseri. Si continua poi con la puntata che vede protagonista la cugina Sabrina (Sarah è appena scomparsa), poi lo zio Michele e infine la zia Cosima Serrano.

Prodotto eccellente. Bravissimi gli attori con plauso particolare per la Cosima Misseri di una irriconoscibile Vanessa Scalera beniamina della fiction Rai con Imma Tataranni - Sostituto procuratore. Stimolante la sceneggiatura che vede ragionare gli autori sul rapporto tra sentenze definitive (ultima quella della Cassazione del 2017) e possibili nuove verità che però la serie suggerisce senza per questo volersi sostituire ai giudici. L'idea è quella di raccontare un mondo retto dai personaggi femminili dove i maschi sono fortemente subordinati quando non proprio assenti (il padre di Sarah e suo fratello Claudio). Tutto il senso del delitto pare gravitare attorno alla relazione tra due coppie: Sarah e Sabrina (la cuginetta magra che da bambina diventa quasi una rivale in amore vs la cugina più corpulenta che da leader della coppia si sentite insidiata) e Cosima e Concetta Serrano (la donna che cucina e domina la realtà prosaica della famiglia Misseri vs la sorella testimone di Geova che trascura la figlia Sarah perché devota solo alla Fede).

Mezzapesa dirige i quattro episodi con precisione ed elegante senso dello spettacolo. La comunità di Avetrana non ne esce affatto male. Sono dei concittadini dei protagonisti scossi dall'orrore dei fatti, in alcuni casi testimoni imbarazzati (il fioraio) o in altri infastiditi dal circo mediatico che si scatena attorno all'omicidio.

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