The Queen

Al Festival di Venezia è stata una delle poche pellicole che hanno convinto la critica, aggiudicandosi numerosi premi. Ma in realtà il film di Stephen Frears sembra una modesta produzione televisiva…

Condividi

D’accordo, Helen Mirren è bravissima (anche se il doppiaggio italiano smorza decisamente la sua prova, così come certo non migliora quella degli altri). Ma il fatto che un prodotto medio come The Queen abbia ottenuto un consenso pressoché unanime al Lido, ottenendo anche i riconoscimenti come miglior interprete femminile e miglior sceneggiatura, dimostra come lo stato del cinema moderno sia decisamente comatoso. Ma come si fa ad ottenere certi risultati? Ecco qualche piccolo trucco, adatto per ogni occasione se dovete fare un film:

- Affrontate temi complessi e personaggi pubblici importanti, ma senza prendere posizione. Insomma, non attaccate l’istituzione della monarchia (né, ovviamente, la regina), non fate apprire troppo ipocrita Tony Blair e soprattutto non vi sognate di approfondire il mistero di Diana Spencer, donna tutto sommato insignificante e diventata incredibilmente un simbolo per milioni di persone.

- Invece, fate sorridere (o indignare) il pubblico in maniera facile, puntando su dialoghi abbastanza banali ma di sicuro effetto. Fate diventare una macchietta il principe Filippo, che magari lo è anche veramente, ma che così risulta un personaggio da fiction televisiva di basso livello.

- Metteteci un po’ di falsa poesia unita ad una spiccata sensibilità verso gli animali, grazie alla vista di un cervo meraviglioso. Funziona sempre e il pubblico ha l’impressione di aver visto qualcosa di particolarmente profondo…

- Utilizzate una regia piattissima (ma come è possibile che il raffinato autore de Le relazioni pericolose sia diventato così sciatto?), che non affatichi lo spettatore (abituato a produzioni televisive girate da cani), ma che ogni tanto si lasci andare a panoramiche suggestive su pianure sterminate (che fanno, anche queste, molto ‘poetico’).

- Prendete un importante cast di attori e soprattutto un’interprete di prestigio come Helen Mirren, in modo che la sua ottima prova faccia passare in secondo piano performance non convincenti come quella di Michael Sheen (Tony Blair)

Per carità, The Queen non è certo un film ignobile e ha diversi meriti. Penso al fatto di non trattare un argomento del genere in maniera manichea (come sarebbe stato facile) o ad alcuni personaggi di contorno molto interessanti (e che magari sarebbe stato bello veder sviluppati, come il mago della comunicazione Alistair Campbell). Ma non è certo un tipo di cinema da innalzare a modello, a meno che le pallosissime pellicole da Festival non vi abbiano fatto perdere la ragione…

Continua a leggere su BadTaste