Da quassù la Terra è bellissima, la recensione

Abbiamo recensito per voi Da quassù la Terra è bellissima, graphic novel di Toni Bruno edita da BAO Publishing

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Difficile scrivere del nuovo libro del fumettista siciliano Toni Bruno, intitolato Da quassù la Terra è bellissima, edito da BAO Publishing, senza premettere che la lettura di questo fumetto è stata un'esperienza davvero bellissima e toccante, e che in questo caso abbiamo probabilmente a che fare con una delle migliori graphic novel italiane in uscita quest'anno, e magari anche qualcosa di più: lasciamo al tempo, sempre gentiluomo, il compito di sancire il "peso specifico" di quest'opera nel corso degli anni, non nascondendo che però a noi è piaciuta tantissimo.

Da quassù la Terra è bellissima narra la storia (fittizia) di Akim Smirnov, il primo cosmonauta sovietico che, in piena Guerra Fredda, è andato nello spazio, facendo poi ritorno sul suo pianeta. A causa di questo evento, l'uomo è divenuto una vera e propria leggenda vivente nel suo Paese, un simbolo che testimonia la supremazia tecnologica e militare russa nello scacchiere politico e sociale del Dopoguerra, ma che da allora soffre di un "blocco" psicologico che non gli permette di tornare tra le stelle. Da quassù la Terra è bellissima narra anche la storia di Franklin Jones, psicologo americano geniale e "ribelle" (eufemismo da leggersi come "incasinato"), il quale, per sfuggire alla chiamata alle armi obbligatoria dello Zio Sam (per andare a combattere in Vietnam), sceglie di accettare il lavoro offertogli dai sovietici per "aggiustare" Smirnov e consentirgli di continuare a essere un cosmonauta.

Il difficile incontro tra i due, che sarà anche quello tra due mondi apparentemente dicotomici, sarà l'inizio di un viaggio, molto poco fisico quanto interiore, tra i due protagonisti, i quali dovranno sapersi mettere reciprocamente in discussione, affrontando i demoni che ciascuno di loro ha in seno, per cercare di sconfiggere quelle paure ancestrali, i cui semi sono spesso stati piantati nel passato, che ogni essere umano deve sostanzialmente affrontare nella sua vita, chi più chi meno.

La storia narrata in questo volume funziona benissimo, soprattutto grazie a un lavoro, riuscito, sui personaggi della stessa, i quali sono figure a tutto tondo, dotati di uno spessore e una complessità psicologica davvero affascinante, ognuno con un suo preciso, e difficile, background, ognuno con qualcosa di irrisolto che, nel tempo, è cresciuto senza controllo, dando vita a conseguenze potenzialmente drammatiche. Oltre a Akim e Frank, protagonista di Da quassù la Terra è bellissima è anche la Paura, quella vera, quella che "uccide più della spada", quella in grado di generare mostri, quella che se non l'hai mai provata non sei in grado di comprendere. Il modo con il quale l'autore affronta temi importanti, e di sicuro non facili da trattare, è semplicemente perfetto: quando si parla di quelli che sono sostanzialmente disturbi psicologici e comportamentali si percorre un sentiero impervio, nel quale il rischio di cadere nella più scontata retorica e banalità è sempre altissimo. Fortunatamente per la riuscita di questo libro, Bruno si dimostra più che mai caparbio pilota della sua storia, e riesce a parlare al lettore con grande semplicità, ma anche con grande efficacia e sensibilità, dando vita a una storia compatta e allo stesso tempo fluida come poche.

Oltre che sui personaggi, l'autore è stato in grado di lavorare pregevolmente anche sul contesto della storia, sia storico, che politico, che sociale, che meramente ambientale. Da quassù la Terra è bellissima ci fornisce uno spaccato coerente e veritiero di un momento storico particolarissimo, così come le location rappresentate, sia americane che sovietiche, sono ritratte con un realismo quasi fotografico oltre che con una cura e un'attenzione al dettaglio assai rara. Tutto questo contribuisce a rendere la narrazione ancora più solida.

Dal punto di vista grafico, Bruno non ha nulla da invidiare a nessuno, e con il suo tratto morbido ed elegante dà vita a personaggi dotati di grande carica espressiva, oltre che a dare grande attenzione a tutti gli altri aspetti di una storia, dagli indumenti indossati dai personaggi alle architetture e mezzi di trasporto dell'epoca. Lo storytelling si presenta molto classico e regolare, ma mai rigido, cosa che rende i tempi della narrazione perfettamente scanditi (in alcuni momenti si ha la sensazione di stare fruendo di una pellicola sul grande schermo), e tutto questo viene aiutato da scelte cromatiche azzeccate, che impregnano il racconto di grande sentimento, specie malinconia.

In conclusione, c'è grande maestria e consapevolezza del mezzo in Da quassù la Terra è bellissima, e ciò rende questo libro una lettura di grande interesse e di pregevole fattura, anche grazie alle sapienti scelte "tecniche" dell'editore, che, per esempio, sceglie una carta (Fabriano Palatina da 120 grammi) dal colore lievemente e volutamente "ingiallito" per conferire ulteriore atmosfera (vintage) al racconto.

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