Quantico 2x20, "GLOBALREACH": la recensione
A due settimane dalla fine della seconda stagione, Quantico getta i suoi protagonisti nel caos e getta l'ombra del fallimento nnt
Non abbiamo, è vero, avuto il tempo di affezionarci a Felix, eppure non possiamo fare a meno di dolerci del trattamento riservatogli da Clay e Shelby e, cosa più importante, dell'eventuale fine della sua collaborazione con Raina per scoprire l'ubicazione della detenuta Nimah. Comprendiamo e compatiamo il dilemma di Alex, costretta dalla copertura a farsi complice di un avvelenamento di gruppo all'interno dell'FBI, ma poco a proprio agio col concetto di "male minore per un bene superiore" che Owen tenta di inculcarle per la buona riuscita della missione.
È, ancora una volta, sul fronte strettamente politico che la serie dà il meglio di sé: ogni scena in cui compare il Presidente Haas dimostra un'intrinseca potenza e un'inquietante attinenza al vero, e il - forse fin troppo ovvio - parallelismo con l'attuale situazione politica statunitense pone lo spettatore di fronte a una serie di problematiche più che mai vive e presenti. Tanto nel discorso d'addio di Claire Haas quanto nel dialogo tra Raina e Felix c'è il ritratto semplice ma sincero di un'America che, da qualche mese, non sta più mostrando il suo volto migliore, alimentando il germe dell'intolleranza e del sospetto all'interno di un popolo che dovrebbe restare unito nella diversità. Non ci resta che confidare nel lieve conforto dei prossimi due episodi di Quantico, sperando che le decisioni politiche narrate nella serie siano meno spaventose di quelle prese nel mondo reale.