Quantico 2x18, "KUMONK": la recensione
Nel diciottesimo episodio della seconda stagione, Quantico riunisce i membri superstiti della famiglia Haas, con risultati più che soddisfacenti
Va detto che KUMONK è, a oggi, l'episodio più debole di questo "nuovo corso" di Quantico, alla luce di alcune superficialità di sceneggiatura non gravi ma percepibili: prima tra tutte, il ritorno sulle scene di Sebastian, che ci regala il vantaggio di non dover più assistere alle indagini per risalire all'identità degli otto Complici. La scoperta che il giovane faccia parte della CIA e che stia indagando sul coinvolgimento della defunta moglie nell'AIC funziona a metà, lasciandoci col grosso dubbio di come l'agente sia arrivato a stilare una lista completa dei Complici, operazione finora risultata assai ostica per un'intera task force di figure scelte dal Presidente in persona.
Ah, Caleb. Il suo ritorno non è una sgradita aggiunta al cast della serie, anzi: la possibilità di vedere in azione i due fratelli Haas assieme alla madre Claire dà allo show un taglio familiare del tutto peculiare, che aggiunge pepe e contribuisce in modo attivo all'evolversi della trama. Il discorso del Presidente alla folla riunita in protesta è una mossa politica astuta, frutto della stretta collaborazione tra Claire e Clay, che in questo episodio mette in luce le sue doti di abile stratega, che ne fanno un personaggio unico all'interno del grande quadro corale della serie. Un ennesimo esempio di come, se ben combinati, gli ingredienti base di Quantico diano risultati tutt'altro che scadenti.