Quantico 2x13, "Epicshelter": la recensione

Ecco la nostra recensione del tredicesimo episodio della seconda stagione di Quantico, in cui si contrappongono fiacchi colpi di scena e utili spiegazioni

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Spoiler Alert
Quantico, ma cosa combini? Questo si sarà chiesto un buon numero di spettatori durante le sconvolgenti - per modo di dire - rivelazioni snocciolate in Epicshelter, tredicesimo episodio della serie targata ABC, nonché ultimo prima di una pausa di qualche settimana che porterà al primo, autentico cambiamento nella struttura dello show: il passaggio da due linee temporali a un solo racconto, ambientato nel presente.

La svolta arriva al termine di una tranche di puntate che ha toccato i vertici massimi di confusione e superficialità narrativa, facendo leva su colpi di scena che hanno sfiorato, in più di un'occasione, il ridicolo. Basti pensare alla scoperta, in Epicshelter, che Lydia Hall fosse effettivamente la colpevole dietro le innumerevoli macchinazioni presentateci settimana dopo settimana, scoperta che perde di efficacia laddove il leitmotiv della stagione è sembrato essere una fiacca altalena tra innocenza e colpevolezza della donna. Risale a solo una settimana fa quella che pareva la definitiva assoluzione da ogni sospetto, e ci permettiamo di osservare che lo show avrebbe guadagnato in credibilità evitando questo ennesimo colpo di scena privo, ormai, di qualsiasi mordente.

Tuttavia, Epicshelter ci concede una soddisfazione a lungo attesa: la spiegazione, da parte di Miranda, del proprio coinvolgimento nel grande intrigo dell'AIC e del Fronte di Liberazione Cittadino. Una manna dal cielo che arriva a dissipare le nebbie addensatesi nel corso di una seconda stagione spesso confusa e fumosa, e ad aprire il campo a un nuovo corso, che ci libererà del peso già da tempo inutile del flashback, proiettando i protagonisti vero una linea narrativa più semplice e accattivante.

Il ritorno sul campo per sgominare coloro che sono entrati - o entreranno - in possesso dei dati diffusi da Lydia è, per la serie e per il suo pubblico, una boccata d'ossigeno insperata, che potrebbe consentire allo show di recuperare la quota drammaticamente persa a seguito di viluppi narrativi improbabili e tediosi. E se quel "ti amerò per sempre" suona più come una minaccia per noi spettatori, annoiati da tempo dalle traversie sentimentali tra Alex e Ryan, c'è ancora speranza che nuovi e più appassionati scenari interpersonali arrivino a rinfrescare un panorama che, al momento, risulta piuttosto desolato.

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