Quantico 2x13, "Epicshelter": la recensione
Ecco la nostra recensione del tredicesimo episodio della seconda stagione di Quantico, in cui si contrappongono fiacchi colpi di scena e utili spiegazioni
La svolta arriva al termine di una tranche di puntate che ha toccato i vertici massimi di confusione e superficialità narrativa, facendo leva su colpi di scena che hanno sfiorato, in più di un'occasione, il ridicolo. Basti pensare alla scoperta, in Epicshelter, che Lydia Hall fosse effettivamente la colpevole dietro le innumerevoli macchinazioni presentateci settimana dopo settimana, scoperta che perde di efficacia laddove il leitmotiv della stagione è sembrato essere una fiacca altalena tra innocenza e colpevolezza della donna. Risale a solo una settimana fa quella che pareva la definitiva assoluzione da ogni sospetto, e ci permettiamo di osservare che lo show avrebbe guadagnato in credibilità evitando questo ennesimo colpo di scena privo, ormai, di qualsiasi mordente.
Il ritorno sul campo per sgominare coloro che sono entrati - o entreranno - in possesso dei dati diffusi da Lydia è, per la serie e per il suo pubblico, una boccata d'ossigeno insperata, che potrebbe consentire allo show di recuperare la quota drammaticamente persa a seguito di viluppi narrativi improbabili e tediosi. E se quel "ti amerò per sempre" suona più come una minaccia per noi spettatori, annoiati da tempo dalle traversie sentimentali tra Alex e Ryan, c'è ancora speranza che nuovi e più appassionati scenari interpersonali arrivino a rinfrescare un panorama che, al momento, risulta piuttosto desolato.