Quantico 2x06, "Aquiline": la recensione

Ecco la nostra recensione del sesto episodio della seconda stagione di Quantico, in cui le reclute si trovano di fronte a una spinosa decisione

Condividi
Spoiler Alert
Se la CIA addestrasse realmente le proprie reclute come mostrato da Aquiline, nuovo episodio della seconda stagione di Quantico, ci sarebbe molto di cui preoccuparsi, al di là della vittoria di Hillary Clinton o Donald Trump. Nella puntata di questa settimana, in barba a ogni cautela che la situazione richiederebbe, Owen Hall mette nelle mani degli allievi della Farm il destino di un presunto terrorista, tenuto sott'occhio da un drone pronto ad attaccare. La vita o la morte dell'uomo dipendono dalla decisione finale delle reclute, che infine optano per risparmiarlo. Incurante di ciò, Owen ordina di colpire, rivelando infine la colpevolezza dell'uomo. Chi abbia concesso a Owen, non operativo da ben 15 anni, un onere così gravoso, sfugge alla comprensione e persino alla logica dello spettatore.

Non è questa l'unica incongruenza della linea temporale relativa all'addestramento delle reclute. Messi sotto pressione dalle domande di Harry, Alex e Ryan chiedono a Shelby e Nimah una storia di copertura per giustificare la loro presenza nelle fila della Farm. La risposta? Createvela voi, la storia di copertura. Il risultato è un raccontino che l'inglese riesce immediatamente a riconoscere come menzogna, anche perché basato sulle confidenze fatte da Harry a Sebastian, relative al suicidio di un suo caro amico (o qualcosa di più). Harry fa lo spavaldo, rivela a Ryan di aver raccontato una frottola al compagno di stanza che, guarda caso, sta ascoltando il dialogo dietro un angolo. Di lì a poche ore, Harry ribadirà a Sebastian la veridicità del suo racconto, motivando lo scambio con Ryan come volto a tutelare la propria privacy. Bluff? Doppio bluff? Triplo bluff? Carpiato?

Gli highlight della puntata riguardano entrambi la linea temporale attuale, e risiedono nell'escalation drammatica che segue un dialogo tra gli ostaggi, che conduce all'esecuzione di Leigh dopo la menzione, da parte della donna, di un suo scalo a Surabaya. La scena è di indubbio impatto emotivo e ci ricorda il pericolo che grava sulle teste degli ostaggi, elemento messo in secondo piano negli ultimi episodi. L'altra rivelazione riguarda le intenzioni di Lydia, che sfrutta Alex per arrivare ai misteriosi file che Eric Boyer avrebbe dovuto decrittare, per poi tramortire la nostra protagonista e lasciarla alla mercé dei terroristi, richiamati dall'allarme.

Un episodio, questo Aquiline, fortemente connesso con la prima stagione - complice la ricorrenza della morte di Simon - e che della prima stagione ha pregi e difetti: grandi momenti di tensione, altalena tra menzogna e verità, implausibilità delle tecniche di addestramento della CIA, tanto quanto quelle mostrate l'anno scorso da parte dell'FBI.

Continua a leggere su BadTaste