Quantico 1x21, "Right": la recensione

Ecco la nostra recensione del ventunesimo episodio della prima stagione di Quantico, in cui finalmente ci viene svelata l'identità della Voce

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Spoiler Alert
Solo una settimana fa, Quantico ci aveva lasciati a bocca aperta - per quanto possibile dopo una pioggia di colpi di scena che hanno assuefatto lo spettatore a qualsivoglia sorpresa - rivelandoci che la famigerata Voce, diabolico terrorista alle spalle della macchinazione per incastrare la protagonista Alex, fosse l'ex recluta Drew Perales. Questa settimana, con Right, la serie ABC stravolge ancora una volta le carte in tavola, mostrandoci come la Voce fosse quella di Drew, ma che Drew non fosse, per questo, la Voce. Confusi? Ne dubitiamo, dato il livello di improbabilità cui Quantico ci ha abituati nel corso dei precedenti venti episodi.

A seguito di una forsennata corsa contro il tempo per disinnescare una bomba che Simon scopre immediatamente essere non innescata, Alex e i suoi baldi amici sono ormai prossimi alla scoperta dell'identità del misterioso attentatore. La verità si presenta sotto gli occhi di Miranda, precipitatasi da sola - i motivi di questa ennesima mossa sconsiderata restano tuttora ignoti - in casa del presunto colpevole, e si concretizza in una pallottola al torace che, sebbene presumiamo non sia mortale, sigilla almeno momentaneamente il suo silenzio. Chi è quindi la diabolica mente che si cela dietro l'intricatissimo piano ai danni della povera Alex e di svariate vittime già cadute sul campo?

La Voce è Liam. E la scoperta, duole dirlo, non sconvolge minimamente. Certo, ha una sua plausibilità, il che la distanzia da un buon numero di trovate narrative del tutto inverosimili che Quantico non si è mai premurata di risparmiarci. Ma, a seguito di un mitragliamento continuo di plot twist, il mistero fondamentale dell'intera stagione scoppia sotto i nostri occhi con la potenza deflagrante di una bolla di sapone. Non che non ci fosse modo di rendere la questione più intrigante, intendiamoci: ma nulla sappiamo della mente di Liam, dal primo momento abbiamo avuto motivo di diffidare di lui, e il mancato effetto sorpresa avrebbe potuto quantomeno trovare un valido sostitutivo in presenza di una appronfondimento psicologico degno di questo nome.

Come se non bastasse, il fatto che Liam sia la Voce ci pone di fronte a un non confortante scenario: preoccuparci, ancora una volta, dei fatti occorsi a Omaha e Chicago. Se la speranza era di lasciarsi alle spalle, una volta per tutte, il carico di eventi mai mostrati ma solo citati fino allo sfinimento nel corso delle puntate, la scoperta del coinvolgimento di Liam sembra voler sottolineare l'importanza di un corollario di informazioni passate che si sono confermate, puntata dopo puntata, prive di mordente.

In conclusione: gli elementi positivi di Right sono tutti al di fuori della grande scoperta relativa alla Voce. C'è del buono, va detto, concentrato nel ritmo frenetico dell'azione della storyline attuale e in alcuni interessanti sviluppi tra personaggi - si veda il rapporto tra Iris e Caleb, che assume i contorni di un'amicizia nata su basi traballanti ma in grado di rafforzarsi quasi all'insaputa delle due anime coinvolte. Lo stesso non si può certo dire del rapporto tra Alex e Shelby, che in questa puntata viene descritto con la sensibilità di un colpo d'accetta. Il passaggio dall'amicizia più stretta e sbandierata alla totale diffidenza è troppo rapido per risultare credibile e, quindi, coinvolgente. Sic stantibus rebus, nutriamo ormai poche speranze per il finale di stagione, in presenza di una fiacca costruzione narrativa che nessun defibrillatore potrebbe riportare in vita.

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