Quantico 1x20, "Drive": la recensione
Ecco la nostra recensione del ventesimo episodio della prima stagione di Quantico, in cui Alex torna a essere braccata dall'FBI
Non che Alex si comporti in modo impeccabile, anzi: il suo comportamento durante tutta la durata dell'episodio di pone, per l'ennesima volta di fronte allo stridente contrasto tra la presentazione che ci è stata fatta del personaggio - un'allieva eccezionale, la miglior recluta dell'FBI - e la realtà dei fatti, creata dagli sceneggiatori. Certo, la storia del redivivo Drew suonava abbastanza convincente, ma siamo pronti a scommettere che qualsiasi agente coscienzioso, di fronte a una dovizia di dettagli pari a quella snocciolata dall'ex giocatore sul letto d'ospedale, avrebbe fatto qualche breve ma utile controllo del contenuto della chiavetta atta, ufficialmente, a incastrare una volta per tutte Ryan.
In conclusione, invece di soffermarci sui pur evidenti difetti che Drive presenta, è il caso di esultare perché, squillino le trombe, finalmente la Voce ha un volto. Certo, è possibile - se non probabile - che dietro la pianificazione degli attacchi non vi sia il solo Drew, ma scoprire l'identità di almeno un membro della cospirazione fa tirare un atteso quanto insperato sospiro di sollievo, oltre ad alzare l'asticella della tensione nel momento in cui Alex si trova, ancora una volta, costretta alla fuga. Certo, è un meccanismo che abbiamo già visto all'inizio della serie, ma il girare a vuoto che sembrava ormai la caratteristica principale e ineluttabile di Quantico si è finalmente interrotto per avviarsi verso un finale che, sebbene non possa interamente riscattare una stagione sconclusionata e priva del mordente che aveva prospettato nei primi episodi, potrà forse spingere il pubblico ad accordare allo show la fiducia necessaria a portare gli spettatori ad attendere la seconda stagione.