Quantico 1x10, "Quantico": la recensione

Il nuovo episodio di Quantico lascia molte perplessità ma risponde a qualche domanda seminata in passato

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A seguito di una prima metà di stagione letteralmente affogata tra trame e sottotrame di dubbia utilità, Quantico si avvicina al midseason finale concedendo al pubblico di tirare un vago sospiro di sollievo. Questo non è certo dovuto alla risoluzione dei problemi strutturali della serie ABC, anzi: l'unico vantaggio offerto da Quantico (eh sì, è proprio questo il titolo dell'episodio) è l'averci liberato di parte della suddetta zavorra narrativa. Non c'è sorpresa autentica né pathos in questo decimo episodio, ma solo l'anelata risoluzione di un paio tra i mille dubbi seminati nel corso delle precedenti puntate.Quantico ci offre l'illusione che, nella seconda parte della stagione, il clima si possa distendere

Per carità, il sovraffollamento resta pressoché invariato, ma Quantico ci offre l'illusione che, nella seconda parte della stagione, il clima si possa distendere e la trama possa recuperare quella verosimiglianza che sembrava aver perso già a partire dal secondo episodio. Siamo ancora lontani anni luce dalla logica di un prodotto come Homeland ma, a onor del vero, Quantico ha sempre puntato su altri aspetti, tentando di farne i propri punti di forza. Ora che Liam, Miranda e l'allegra combriccola di ex allievi psicotici sono tutti dalla parte di Alex, la tensione subisce un'indubbio allentamento, che solleva dalla frenesia in cui la serie annaspava da tempo, pur mantenendo un velo di sospetto su tutti i protagonisti.

O meglio, su quasi tutti, dato che il velo di Simon viene letteralmente squarciato dalla rivelazione che il brillante agente ha piazzato una bomba al solo scopo di ristabilire la pace. Un piano così stupido - oltre che pericoloso - meriterebbe una seria rivolta contro Simon, da parte di tutti i suoi ex alleati. E invece così non è, in barba a ogni logica. Come in barba a ogni logica è la motivazione dietro la cicatrice che Nathalie applica ogni giorno dietro l'orecchio, a perenne memoria della propria bimba lontana, o il fatto che Shelby sovvenzioni il Medio Oriente senza destare alcun sospetto degno di questo nome.

Il passato di Simon è al centro del flashback di questa settimana, e finalmente scopriamo - udite udite - che l'uomo ha collaborato attivamente nella tortura di parecchi innocenti, in collaborazione con le forze di difesa israeliane. Ma l'espulsione da Quantico, per quello che Nimah definisce senza esitazione un "criminale di guerra", passa attraverso uno scontro avuto con Ryan qualche settimana fa. Scontro di cui, diciamocelo, in pochi avranno serbato memoria. A Tate Ellington va il plauso per essere riuscito a sostenere il personaggio di Simon anche nei momenti più traballanti, rendendolo uno dei caratteri più interessanti nel mare magnum di incongruenze che costituisce la serie.

Un ennesimo punto interrogativo viene sganciato stile missile a fine puntata, con Simon apparentemente rapito da Elias. Mettendo ormai del tutto da parte l'anelito a una ferrea coerenza narrativa, l'unico appiglio che un prodotto come Quantico sembra offrire al momento è il rinnovamento di qualche linea narrativa. Incoerente quanto le precedenti, sia chiaro, ma finestra su un futuro che potrà nutrire con l'ossigeno della novità una pianta altrimenti soffocata da una sovrabbondanza di frutti.

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