Quantico 1x08, "Over": la recensione

Dopo la parentesi di relativa coerenza della scorsa settimana, Quantico riprende il suo iter di confusione e sovraccarico

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Se la scorsa settimana, con Go, il caos sovraccarico di Quantico sembrava aver trovato una sua coerenza - o, almeno, una parvenza di sobrietà narrativa - un episodio come Over sembra mettere subito in chiaro che la semplificazione non è di certo diventata uno stilema per la sere ABC. Siamo già all'ottavo episodio e, invece di cercare di spiegarci perché Nathalie vada in giro con una cicatrice posticcia dietro l'orecchio, gli sceneggiatori proseguono nel loro infausto proposito di rimpinguare una trama già gonfia come un otre, per buona parte di materia non essenziale ai fini del proseguimento della storia.

Almeno, il mistero dietro le telefonate in arabo di Shelby sembra avviarsi verso una soluzione, laddove scopriamo l'esistenza di una sorellastra nata da una relazione clandestina del padre della nostra facoltosa biondina. Caleb rivela intanto di aver fatto parte di una setta segreta, e di aver utilizzato un falso profilo Facebook per poter contrastare dall'interno le operazioni legate al culto. La speranza è che, se non entrambi, almeno uno di questi elementi possa essere utile alla trama principale nel proseguimento della narrazione.

Insomma, la confusione e la superficialità continuano a regnare sovrane in Quantico

Ma arriviamo alla nostra eroina: Alex Parrish, in fuga come di consueto dalle forze dell'ordine e, oltretutto, alle prese con una nuova minaccia terroristica. Fa sorridere come, andando avanti nell'inseguimento della ragazza, l'FBI sembri via via sempre più popolato di imbecilli. Qualora non bastasse il presente, ci pensa il passato a confermare questa desolante situazione, in un'accademia che contiene - per quanto ci è stato mostrato finora - una combriccola di individui instabili, traumatizzati e sottoposti a discutibilissimi test che, qualora non ce lo ricordassimo, hanno già causato un suicidio. Ribadiamo la perplessità di fronte a questi training stressanti quanto apparentemente fini a se stessi.

La scia di sangue preparata con cura da chi sta cercando di incastrare Alex è, a quanto pare, evidente solo agli occhi delle persone già bollate come meno qualificate dal suddetto FBI, ma attenzione: c'è pur sempre l'agente Ryan Booth. Peccato che anche lui agisca seguendo logiche umanamente - oltre che professionalmente - abbastanza fumose, nel momento in cui decide di restare tra le reclute di Quantico solo per tutelare Alex. Che, tra parentesi, dovrebbe essere bene in grado di tutelarsi da sola, se vuole davvero intraprendere il duro mestiere di agente federale. Ma non basta: il personaggio di Ryan continua a essere sorpreso tanto quanto i suoi compagni di fronte alle prove e ai giochi mentali cui vengono sottoposti dai loro diretti superiori. Diventare agente non ha quindi portato il baldo giovane a essere più smaliziato rispetto alle nuove leve? Dovrebbe essere l'ennesima riprova della già supposta inefficacia degli addestramenti in vigore a Quantico.

Insomma, la confusione e la superficialità continuano a regnare sovrane in Quantico, e a nulla valgono le nuove rivelazioni sul padre di Alex, che - strano a dirsi - nascondeva segreti più scioccanti della Madonna di Fatima. La storyline legata al fu signor Parrish è tra le meno appassionanti di uno show che, ahinoi, in mezzo a tante cose interessanti (tra cui l'improbabile ma intrigante triangolo Simon-Nimah-Raina) ha anche tanta melma che intralcia l'efficacia diretta delle sue parti migliori. Il gioco vale ancora la candela? Forse sì, sperando che il figlio di Miranda non risulti essere coinvolto nell'attentato a Grand Central. O forse sperando che lo sia, dato che la sua vicenda sembra l'ennesimo appesantimento allotrio di cui l'affollato palcoscenico d Quantico non aveva bisogno. Legittimazione, questa dovrebbe essere la parola d'ordine della serie: se il pubblico riceverà una coerenza che faccia spiccare il volo dall'evenemenzialità più casinista, allora Quantico potrà sperare in una miracolosa assoluzione in zona Cesarini. Incrociamo l'incrociabile.

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