Quantico 1x06, "God": La recensione

Poca tensione nel nuovo episodio di Quantico, che brucia alcuni colpi di scena potenzialmente sconvolgenti e ricade in un meccanismo ormai consunto

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Spoiler Alert

Avete presente il detto "less is more"? Bene, perché gli sceneggiatori di Quantico, al contrario vostro, non sanno neppure dove stia di casa. Dopo la relativa quiete di Found, la serie ABC torna infatti con un episodio che torna agli antichi, sovraffollati fasti all'insegna della confusione e dell'eccesso.

Mai come in God è emerso un grosso, cubitale problema alla base di Quantico: l'estremo squilibrio, a livello di presa sul pubblico, tra la parte di flashback e quella relativa al post-attentato. In più, lo schema della puntata risulta ormai fisso: Alex (Priyanka Chopra) indaga su uno dei suoi ex compagni d'accademia, sicura di volta in volta che sia il colpevole dell'attacco terroristico, al di là di qualsiasi dubbio. Come tecnica investigativa, da parte di quella che ci viene dipinta come la recluta più promettente tra le nuove leve dell' FBI, ci aspetteremmo qualcosa di più. Stavolta tocca a Caleb Haas (Graham Rogers) che, guarda un po', si rivela essere il figlio del megadirettore Clayton (Mark Pellegrino), colui che si permette di trattare a pesci in faccia persino il temibile O'Connor (Josh Hopkins).

Caleb è al centro di God non solo come sospettato ma anche come protagonista di una delle più becere storie d'amore che la TV attuale stia presentando al pubblico; e non basta che Shelby (Johanna Braddy), dopo essere stata colta in effusioni romantiche col suddetto babbo di Caleb, dica "oh mio dio, sembra una soap opera" a giustificare il fatto che sì, effettivamente questa deriva sentimentaloide abbia tutte le caratteristiche più stantìe delle soap opera. Viene quasi da pensare che excusatio non petita accusatio manifesta, ovvero: scusa non richiesta, accusa manifesta.

Oltretutto, per la suddivisione temporale di cui sopra, non ci viene nemmeno concesso il lusso di chiederci come evolverà la storia d'amore tra Shelby e Caleb dentro l'accademia, dato che già sappiamo che Clayton ci metterà lo zampino per far fallire tutto. Così come non possiamo temere più di tanto per Simon (Tate Ellington), che finalmente dichiara i propri sentimenti a Nimah (Yasmine Al Masri), oltre a fare un bizzarro coming out al contrario che avrebbe indubbiamente beneficiato di una trattazione diversa nella serie. Il colpo di scena relativo alla scoperta dell'esistenza delle due gemelle è l'esempio forse più eclatante di quanto la struttura che alterna analessi e prolessi non giovi al pathos di Quantico: sappiamo che Simon non rischia la vita e che la sua posizione nel bureau non verrà compromessa, almeno fino al momento dell'attentato.

A proposito di Nimah e della sua gemellina, sono proprio loro a finire nel mirino di Alex, ma spero gli autori perdoneranno lo scetticismo di chi ormai si aspetta che nel prossimo episodio le due ragazze abbiano una spiegazione ferrea per motivare la loro presenza nei pressi del luogo dell'attentato (fatto già di per sé poco eclatante).

C'è comunque del buono in God, non ultimo qualche bel momento tra Ryan e Alex, puntualmente rovinato dalla maldestra e macchinosa gestione della trama: il dialogo tra Ryan (Jake McLaughlin) e Liam in cui Alex scopre di essere stata pedinata dall'amato sfiora il ridicolo per la maldestra incapacità del giovane agente di evitare la peggior figura della sua vita. Se all'FBI sono tutti così tonti, c'è seriamente da temere per l'incolumità di tutti gli Stati Uniti.

Se gli intermezzi familiari tra Miranda (Aunjanue Ellis) e il figlio Charlie (J. Mallory McCree) hanno il merito di gettar luce sul loro rapporto sentimentale, tuttavia aggiungono fumo negli occhi di un pubblico già stordito dal sovraccarico di trame e sottotrame. Neppure una storia collaterale come quella di Charlie, in Quantico, può essere semplice e lineare. Tocca quindi fare un bel respiro e prendere atto che l'essenzialità, in questa serie, non sarà mai un preciso intento, bensì un incidente di percorso nel caos imperante.

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