Quantico 1x02, "America" - La recensione

Il secondo episodio di Quantico non chiarisce nulla di quanto seminato nel pilota, limitandosi ad aggiungere carne al fuoco

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"Chi più ne ha, più ne metta." Giunti al secondo episodio di Quantico, appare ormai chiaro che il motto seguito dagli sceneggiatori della serie targata ABC sia evidentemente questo, e il loro fine ultimo sia vincere facile scodellando una quantità di accadimenti e retroscena tanto arzigogolati e improbabili da far impallidire anche Shonda Rhimes nei suoi momenti più spericolati.

Passi per le gemelle Nimah e Raina (Yasmine Al Masri) che, guarda un po', fanno parte di un piano misterioso di cui solo Miranda (Aunjanue Ellis) sembra essere a conoscenza. Passi per l'altro piano misterioso, quello di Ryan (Jake McLaughlin), incaricato da Liam (Josh Hopkins) di indagare da vicino sull'amata Alex (Priyanka Chopra) senza lo straccio di una ragione a cui appigliarsi; ma, si sa, it's FBI baby. Passi per l'ebreo omosessuale Simon (Tate Ellington), che poi tanto gay non sembra essere, e passi persino per la bionda orfana Shelby (Johanna Braddy) che avrà pure perso i genitori durante l'11 Settembre, ma qualche contatto di troppo con i paesi islamici sembra averlo.

Della molta carne messa al fuoco nel primo episodio, America non risolve praticamente nulla

Passi per tutto questo, d'accordo: sta di fatto, però, che della molta carne messa al fuoco nel primo episodio, America non risolve praticamente nulla, limitandosi ad aggiungere altri elementi a un orizzonte narrativo già abbastanza affollato. Ecco dunque tornare in scena lo strafottente Caleb (Graham Rogers), che in realtà non si chiama Caleb. L'antipatia del biondo figlio di agenti segreti sembrerà un ricordo roseo di fronte alla new entry Nathalie (Anabelle Acosta), che sembra fare il suo ingresso in scena con un neon sopra la testa che dica "sono la rivale di Alex in tutto e per tutto". Altra novità è l'analista gay Elias (Rick Cosnett), che sebbene lavori per il Federal Bureau indaga su Simon con la discrezione di un elefante in una cristalleria. Ma sarà davvero gay? Il dubbio, ormai, sembra essere l'unica certezza della serie, assieme a un pedante didascalismo che aggrava, con i proprio verbosi spiegoni, buona parte di America.

Tuttavia, al di là delle perplessità suscitate dal sovrappopolato scenario descritto da America, siamo ancora al secondo episodio, ed è doveroso concedere a Quantico il beneficio del dubbio: dalla prossima puntata, infatti, la fuggitiva Alex sarà presumibilmente costretta a interfacciarsi coi suoi ex compagni d'accademia, per cercare di scoprire chi sta cercando di incastrarla, facendola passare per una spietata terrorista. Finora non abbiamo avuto modo di empatizzare con nessuna delle reclute, a causa di un continuo sballottamento tra una verità e l'altra, senza aver prima gettato delle basi solide per la creazione di personaggi da poter, in un secondo momento, demolire. Ne consegue che a mancare non è solo l'affezione del pubblico nei confronti dei comprimari, ma anche l'elemento sorpresa, laddove siamo ormai portati a non credere a nulla di ciò che ci viene mostrato scena dopo scena. Non c'è il tempo di legarsi mentalmente a una scoperta, che già la successiva arriva a surclassarla. Ci aggrappiamo però con le unghie e con i denti alla speranza che i prossimi episodi garantiscano a Quantico un minimo sindacale di credibilità e profondità che, a oggi, sembra mancare dagli ingredienti primari della serie.

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