Punk Mambo, la recensione

Cullen Bunn non scava abbastanza nella psicologia di Punk Mambo e ci consegna una storia ritmata ma fin troppo canonica

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Dopo aver collezionato diverse presenze sulle serie Valiant (Shadowman, Ninjak), per Punk Mambo è finalmente giunto il momento di vivere un'avventura in solitaria nell’omonima miniserie scritta da Cullen Bunn (X-Men: Blue) per i disegni di Adam Gorham (New Mutants). Star Comics ha raccolto in un solo volume i cinque capitoli di cui si compone il progetto, arricchito nel finale da Caos e vendetta, speciale del 2014 firmato da Peter Milligan (Britannia) e Robert Gill (X-O Manowar) che ha introdotto la sacerdotessa voodoo.

La protagonista deve indagare su una serie di rapimenti, cosa che la porta ad allontanarsi dal suo territorio, New Orleans, per approdare ad Haiti, altra località dove la magia e l’esoterismo camminano di pari passo; lungo il percorso, varie minacce la costringeranno a dar fondo a tutte le sue capacità per venire a capo di un intrigo che coinvolge persino alcune divinità del settore. Mambo si vedrà privata dei compagni di viaggio e dei super poteri, e in questa condizione di svantaggio imparerà a conoscere meglio i propri limiti, oltre a lanciarsi in una riflessione sul potere.

Punk Mambo #1, anteprima 02

Per il suo esordio in casa Valiant, Bunn decide di mantenere un approccio molto lineare, confezionando una storia che procede secondo uno schema canonico. Se l'operazione convince è merito della buona gestione del personaggio, molto aderente alla caratterizzazione primigenia. Lo sceneggiatore fa sue tutte le peculiarità della sacerdotessa e le sfrutta per imbastire un racconto dal ritmo serrato, in cui emerge un'eroina tostissima alla prese con mostri provenienti dagli angoli più disparati della realtà. Come vengono trattati costoro non è difficile da immaginare; d’altronde è proprio la natura ribelle e aggressiva di Mambo che ha saputo conquistare i lettori con la sua attitudine sfrontata e irriverente.

"Una lettura ammaliante, in cui però viene a mancare l'approfondimento psicologico."Lo sceneggiatore statunitense gioca con questi elementi, li inserisce in atmosfere oscure ed esoteriche e li mescola con una preminente componente action. Il risultato è una lettura ammaliante, in cui però viene a mancare l'approfondimento psicologico: è come se Bunn avesse deciso di realizzare una storia volta a esaltare la protagonista per smarcarla dall’ombra lunga degli eroi Valiant di seria A. Manca dunque la voglia di scavare, di provare ad analizzare le cause che l'hanno resa quel che è oggi, di comprendere la sua psicologia.

Cose che invece riscontriamo nel one-shot scritto da Milligan, il quale ci permette di entrare in contatto con gli aspetti più profondi di un personaggio ancora tutto da scoprire. Molto buona anche la prova di Gorham: il taglio fresco e dinamico del suo stile conferisce grande appeal a ogni tavola, accompagnando la narrazione con soluzioni che esaltano le diverse sfaccettature del racconto.

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