Punisher: War Zone
Il Punitore, dopo aver eliminato diversi mafiosi, uccide per sbaglio un poliziotto infiltrato. Non vedremo questa pellicola sugli schermi italiani. Ed è quasi una buona notizia...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloPunisher: War ZoneRegiaLexi AlexanderVoci originali
Ray Stevenson, Dominic West, Doug Hutchison, Colin Salmon, Wayne Knight, Dash Mihok, Julie BenzUscita???La scheda del film
Quando in certi prodotti di intrattenimento si cerca (o si fa finta) di realizzare un racconto morale, mi preoccupo. Non ho letto il fumetto originale, ma credo che in questo adattamento ci siano diversi problemi. Garth Ennis, quando vuole, riesce a costruire dei personaggi molto profondi. Ma anche dei caratteri talmente assurdi che non ti poni neanche più il problema se siano realistici o meno, perché sei piegato in due dalle risate. Il problema è che le storie del Punitore dovrebbero essere quelle più realistiche della Marvel (quantomeno rispetto ai supereroi mutanti o a Spider-Man, per cui serve ovviamente la solita sospensione dell'incredulità), ma in questo caso, grazie a un film traballante dall'inizio alla fine, sembrano molto meno credibili di ragni radioattivi e di scheletri di adamantio. D'altronde, quando vediamo un cattivo morire per un'esplosizione che sembra tratta da un film di fantascienza, si può solo ridere. Così come osservando un momento stralunato in cui i due malvagi fanno la figura dei patrioti (con tanto di bandiera americana sullo sfondo).
Il Punitore è praticamente sempre e solo una macchina da guerra, al cui confronto il cyborg di Terminator era un essere sensibile e che provava delle emozioni, tanto che del dilemma morale vediamo proprio poco (quasi nulla). Non sarà, infatti, un banale flashback sulla tomba dei familiari a poter essere soddisfacente, così come l'ipotesi di appendere le armi al chiodo (già impossibile per motivi di sceneggiatura, figuriamoci con una trama del genere). Il tutto è perfetto solo per dar vita a scene d'azione più tamarre che efficaci (quella sul lampadario all'inizio, quella alla fine che non ha molto senso logico, anzi nessuno). Spiace vedere un attore come Ray Stevenson, notevole nella serie televisiva Roma, coinvolto in questo pasticcio.
Ora, se proprio uno si sforza, qualcosa da salvare lo trova. Chessò, la fotografia di Steve Gainer, che dà vita talvolta ad atmosfere interessanti (almeno prima che la regista, la storia e/o i personaggi le rovinino). O la possibilità di vedere al cinema Wayne Knight, indimenticabile Newman nella serie Seinfeld. Il problema è che, più che cercare di salvare qualcosa da questo film, ci si sforza di dimenticarlo in fretta...