Punisher: Platoon, la recensione

Abbiamo recensito per voi Punisher: Platoon, fumetto Marvel MAX edito in Italia da Panini Comics

Condividi

The Punisher: Platoon #1, copertina di Goran Parlov

La Guerra del Vietnam è uno dei solchi indelebili all'interno della storia moderna americana, dove lo iato tra comunicazione mediatica e realtà dei fatti ha generato tutta una serie di fraintendimenti che hanno rischiato di distruggere il Sogno Americano. Sfondo di numerose opere entrate nell'immaginario collettivo, tutto il mistero e il dolore derivato dalla disfatta statunitense continua ad avere un fortissimo riverbero nella produzione artistica odierna, in cui i protagonisti delle storie affrontano il loro momento di passaggio tra la vita prima e dopo il trauma del conflitto.

Punisher: The Platoon, miniserie di sei uscite targata Marvel MAX Comics, l'etichetta dedicata ai contenuti più adulti e violenti della Casa delle Idee, viene raccolta in Italia da Panini Comics in un elegante cartonato intitolato Punisher: Platoon, e racconta la prima missione militare di Frank Castle.

Garth Ennis (The Boys), Goran Parlov (Fury MAX) e Jordie Bellaire indagano le origini del Punisher, confermando che prima della morte della sua famiglia erano già presenti in lui quelle caratteristiche che successivamente lo avrebbero reso un'icona della Casa delle Idee costantemente in bilico tra l'essere un eroe o qualcosa di profondamente diverso. La miniserie va idealmente a chiudere il cerchio iniziato con Valley Forge, Valley Forge, indimenticabile storyarc della serie Punisher MAX, sempre firmato da Ennis e Parlov.

The Punisher: Platoon #1, anteprima 01

Lo sceneggiatore britannico è un autore estremamente solido che utilizza le proprie storie per trasmettere idee ben precise e molto spesso controcorrente rispetto all'opinione comune, scomode da digerire nella loro crudezza e immediatezza. Non fanno eccezione i contenuti di questo volume, che smonta e rimonta sia il mito americano legato al Vietnam, sia l'immaginario collettivo dell'eroe tutto d'un pezzo che va testardamente per la sua strada.

Il Punisher di Ennis ha attraversato tre storie legate al periodo nei Marines, ognuna delle quali necessaria per comprendere al meglio la sua trasformazione verso la psicosi. In Punisher: Born, storia del 2003 firmata da Ennis per i disegni di Darick Robertson, era chiaro che il seme della violenza insito nell'uomo era antecedente al casus belli che lo ha trasformato nel vigilante con il teschio sul petto. Con Valley Forge, Valley Forge l'alienazione dell'uomo rispetto a ciò che lo circonda prosegue fino a esplodere negli eventi raccontati in Platoon. L'insieme dei tre racconti illustra dunque come la genesi di un trauma possa talvolta avere radici profonde, e mai come in questo caso è possibile identificare l'intero percorso di crescita di un uomo osservando ogni momento della sua mutazione da individuo a macchina da guerra.

Il primo impiego militare di Castle è il più duro che si possa immaginare, e la freddezza con cui riesce a reagire ai pericoli esterni per proteggere il suo plotone è qualcosa di sbalorditivo. L'intera vicenda inclusa nel volume offre i due punti di vista della guerra, mostrando il protagonista come un istrione attraverso gli occhi di chiunque, alleati e nemici, soffermandosi su alcune sequenze che rappresentano in pieno il sogno americano di soldato dedito al dovere, affiatato con i suoi commilitoni e fedele ai propri ideali, per poi sprofondare nel dissidio intimo, nel dolore e nella crudeltà più nera.

The Punisher: Platoon #2, copertina di Goran Parlov

Parlov prende tutto l'impetuoso flusso d'informazioni presenti in sceneggiatura e lo trasforma in immagini sempre molto chiare ed efficaci, che prima delle parole riescono a restituire il peso emotivo di ogni circostanza soprattutto attraverso i volti dei protagonisti. Allo stesso modo, i colori di Bellaire rispecchiano quello che è l'immaginario collettivo della famigerata guerra avvenuta nel Sud est asiatico, con i toni verdi e arancioni che, su tutti, saturano l'aria di dolore e disperazione. L'effetto complessivo dato da queste tavole è molto potente, con la reiterazione del taglio orizzontale che enfatizza efficacemente i faccia a faccia tra i personaggi e i suggestivi scenari della storia.

La prima missione di Castle si legge tutta d'un fiato, sia come storia a sé sia calata all'interno della continuity intavolata da Ennis. Punisher: Platoon è innanzitutto un'ottima storia di guerra, raccontata con il ritmo e l'enfasi del ricordo di chi ha ancora davanti agli occhi dell'orrore; in più, è una buona storia per capire cosa si celi nella mente di uno dei personaggi più ambigui dell'Universo Marvel. Sommando i due aspetti, è probabilmente l'apice della produzione di Ennis sul Punitore, in grado di proporre in un numero contenuto di tavole tutti gli elementi che portano alla genesi di una figura tanto contraddittoria quanto affascinante.

Continua a leggere su BadTaste