Prosopopus, la recensione
Abbiamo recensito per voi Prosopopus, graphic novel di Nicolas de Crécy
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Pubblicata originariamente nel 2003 in Francia, l’opera arriva solo oggi in Italia grazie all’importante lavoro di Eris Edizioni, che negli ultimi anni ha presentato al pubblico nostrano i capolavori del fumettista francese. La vicenda scaturisce dal delitto di un boss e dal conseguente, concitato inseguimento del killer. Quella che all’apparenza sembra un normale regolamento di conti tra bande rivali, si rivela ben presto qualcosa di molto più profondo e straniante, in grado di lasciare spiazzato il lettore per il repentino cambio di registro.
Prosopopus è un’opera sublime, in grado di restituirci tutta la grandezza del suo autore. Abbiamo finora omesso un piccolo particolare nella nostra recensione: la graphic novel è interamente muta. Oltre centoventi pagine in cui l’artista francese non ricorre ad alcun balloon o didascalia, solo ed esclusivamente a uno storytelling efficace in grado di sopperire alla mancanza di testi attraverso un’espressività e una cura del dettaglio notevoli, estremamente funzionali.
Al centro di ogni cosa troviamo una bella e straziante storia d’amore. L’intero impianto narrativo muove i suoi passi proprio da questo sentimento eterno; prima, però, si traveste da poliziesco, si atteggia a racconto fantastico e novella grottesca. Prosopopus ha in realrà una potente anima romantica, dannata e malata, in cui il senso di colpa e l’amore si (con)fondono per dare vita a una storia dal valore assoluto.
Al tavolo da disegno, la prova di de Crécy è caratterizzata da uno stile asciutto molto efficace, in grado di cogliere – ed evidenziare – tutti i vari passaggi di una vicenda accattivante. Grande merito va riconosciuto anche alla maniera in cui il fumettista francese alterna colorazioni dai toni freddi e caldi, riuscendo sempre a trasmettere la giusta sfumatura emozionale.
Ci sono viaggi difficili da ripetere, di cui sentiamo la mancanza non appena ritornati a casa. Prosopopus è un’esperienza altrettanto intensa e unica nel suo genere.