Project X in Blu-Ray, edizione estesa: la recensione

Ecco la nostra recensione dell'edizione estesa di Project X, il film di Nima Nourizadeh prodotto da Todd Phillips...

Critico e giornalista cinematografico


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L’unica maniera per migliorare una festa epica è allungarla. Punto.

Consapevoli di questo probabilmente alla Warner Bros Home Entertainment non hanno previsto contenuti Extra particolarmente interessanti per il Blu-Ray di Project X, solo tre piccoli dietro le quinte da 5 minuti l’uno che affrontano uno il making del film, l’altro la distruzione degli oggetti, delle case e del vicinato e l’ultimo il possibile costo che una simile furia distruttiva potrebbe causare nella realtà.

Poco e niente insomma, perchè il vero contenuto in più di quest’edizione sono le quasi tre ore della versione estesa del film.

Accanto al normale theatrical cut, quello passato al cinema, il Blu-Ray presenta anche un montaggio decisamente più lungo del film che include come spesso capita diverse scene scartate per non appesantire il film in sala. Le scene tagliate sono un classico dell’Home Video, un contenuto ormai studiato in fase di primo montaggio del film, un espediente per rendere più asciutte le versioni cinematografiche consci che quelle che poi passeranno alla storia, quelle tramandate e viste dall’uscita dell’Home Video in poi saranno le altre, le versioni allungate (qualcuno riesce a rimediare Blade Runner originale con la voce fuoricampo o ha più visto passare in televisione Apocalypse Now! non in versione Redux?). Eppure per un film come Project X la versione estesa è quasi un must.

Sebbene il film di Nima Nourizadeh sia composto di una prima parte molto canonica, in cui la trama è distesa, i personaggi vengono presentati assieme ai loro obiettivi, nella seconda qualsiasi struttura salta, assieme ai progetti di contenimento della festa. E nel crescere di caos dell’evento anche il film diventa un collage di momenti con il filo lievissimo di trama (la storia tra il protagonista e la ragazza di cui è innamorato fin da piccolo).

Gli Oscar non ne terranno mai conto ma il lavoro di montaggio di Project X è da premiare, solidissimo, ancorato a un climax lento ed inesorabile, dotato di abilità comiche fantastiche. Aggiungere altro materiale a questo è non solo complicato ma contemporaneamente doveroso. Di una grande festa non si conoscono mai tutti gli eventi, tutti gli aspetti e tutti gli invitati, così la versione Home Video di Project X aggiunge dettagli, altri punti di vista, nuovi personaggi, insomma ha più di tutto e non leva nulla al resto.

Il film, si vede in uno dei contenuti extra da 5 minuti, è stato girato con un po’ di aiuto delle molte comparse. Assieme alle macchine da presa ufficiali infatti ci sono anche le moltissime videocamere date in dotazione alle comparse della festa per filmare con stile amatoriale quel che accadeva spontaneamente, nella grande area attrezzata più da party che da set cinematografico.

Anche quel tipo di materiale aumenta, dunque aumentano i punti di vista in un film che teoricamente appartiene al genere “found footage”. Un salto all’interno del genere che già Chronicle, uscito a poca distanza da Project X, aveva compiuto. Non più una videocamera sola che riprende gli eventi “reali” ma una moltiplicazione di punti di vista digitali (precursore in questo senso sono stati District 9 e prima ancora Redacted).

Il risultato è come aver passato più tempo nella più grande festa di sempre, l’unica, assieme al party di Hollywood Party, a essere diventata una delle più insensate ma significative guerre contro la polizia, l’ordine costituito e le regole. Senza un motivo, senza ordine, senza coordinazione e senza consapevolezza. Ribellissimo giovanile allo stato puro da parte di una generazione con pochissimi ideali politici ma che molto subisce.

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