Project Nimbus: Code Mirai è un discreto tributo a Zone of the Enders – Recensione

Battaglie a bordo di giganteschi mech armati di tutto punto: la recensione di Project Nimbus: Code Mirai

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Se avete presente Zone of the Enders, impiegherete giusto una manciata di secondi per sentirvi completamente a vostro agio ai comandi di un Frame, giganteschi mech d’assalto armati di tutto punto, nonché nuova fanteria meccanizzata nelle battaglie di un pianeta Terra ancora sconvolto dai disastri e dagli orrori commessi nel corso di una Terza Guerra Mondiale, che ha causato lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento degli oceani.

Seppur con brevi e spesso mal dirette cut-scene, primo indiscutibile pregio della produzione, Project Nimbus: Code Mirai riesce nell’impresa di tratteggiare un futuro distopico affascinante, intrigante, meritevole di essere scoperto consultando le opzionali registrazioni messe a disposizione all’inizio di ogni missione.

[caption id="attachment_185380" align="aligncenter" width="1000"]Project Nimbus Code Mirai screenshot Lo schermo è pieno di icone ed indicatori. Niente paura, ci metterete davvero poco a capire la funzione di ciascuna barra[/caption]

Più che alla trama vera e propria, che vede due fazioni combattersi per il predominio politico e militare di ciò che resta, vi appassionerete al contesto, a ciò che si sviluppa intorno e oltre alle battaglie che vi vedranno coinvolti in qualità di promettente ultimo arrivato, un novellino capace di distinguersi sin dalla sua primissima missione, che funge a tutti gli effetti da tutorial.

I piloti provetti di mech, quelli già forgiati dall’esperienza con il capolavoro Konami, impareranno immediatamente a muoversi senza alcuna difficoltà, dosando il turbo, modificando l’altezza di volo del mezzo, gestendo a meraviglia gli innumerevoli armamenti di cui è equipaggiato. Anche i neofiti, fortunatamente, faticheranno ben poco, scoprendo sin da subito le gioie di un gameplay volutamente accondiscendente, immediato, per nulla complesso."Non c’è alcuna pretesa di realismo in stile Armored Core, si tratta di uno sparatutto in terza persona facile da padroneggiare"

Non c’è alcuna pretesa di realismo in stile Armored Core, si tratta di uno sparatutto in terza persona facile da padroneggiare. Non si avverte il peso del mech, né il control scheme è affollato di comandi per attivare chissà quali funzioni.

I trigger servono per aprire il fuoco, la croce direzionale per cambiare arma, c’è un pulsante per l’attacco corpo a corpo, il già citato turbo, due frontali servono per gestire l’altezza di volo. Il tutorial, insomma, è più che sufficiente per fornire ogni strumento utile per non essere distrutti in una manciata di secondi dai propri avversari.

A questo proposito, Project Nimbus: Code Mirai si rivela una produzione piuttosto malleabile, architettato per fare la gioia di tutti. Al livello di difficoltà più semplice, praticamente nessuno potrà opporsi al vostro potere di fuoco. Gli avversari vengono giù come mosche, mentre nemmeno una pesante scarica di missili sarà sufficiente per abbattervi. Non mancano combattimenti più impegnativi, beninteso, ma per lo più si tratta di una piacevole passeggiata di salute. Al contrario, i veri esperti, selezionando l’opzione più gradita, troveranno pane per i propri denti, a patto di tenere sempre in considerazione la natura arcade dell’offerta.

Sul campo di battaglia, difatti, è un continuo susseguirsi di esplosioni, inseguimenti rocamboleschi, furiose sparatorie. Non c’è tempo per la tattica, né per la strategia, nonostante spesso sarete accompagnati da un nutrito gruppo di alleati controllati dalla CPU. Gli scontri sono accesi, spesso decisi in una manciata di secondi. Serve il così detto manico, ma non tarda a palesarsi un pizzico di ripetitività, proprio a causa di un gameplay tutt’altro che profondo, in cui, tra l’altro, si registra una scarsissima progressione, pressoché vincolata alla scelta del mech da utilizzare nel livello di turno.

[caption id="attachment_185379" align="aligncenter" width="1000"]Project Nimbus Code Mirai screenshot Alcuni scorci sono davvero affascinanti e richiamano alla memoria, oltre al già citato Zone of Enders, il vecchio e semi-sconosciuto G-Police[/caption]

Al di là di evidenti problemi di traduzione in inglese, Project Nimbus: Code Mirai soffre di altri difetti che finiscono per influenzare l’esperienza. I sedici livelli di cui si compone la campagna principale, tanto per cominciare, impegnano per poco più di sei, sette ore al massimo. Inoltre, la grafica si esibisce tra molti bassi e qualche alto. Soprattutto texture e pulizia d’immagine soffrono alla grande e nemmeno il frame rate è esente da critiche.

La creatura di Kiss Ltd, minuscolo team nipponico che ha creato il gioco con un budget semplicemente ridicolo, è un piacevole giocattolino. Per quanto appesantito da innegabili problemi e difetti, è comunque un divertente simulatore di mach in salsa arcade, preda prelibata per chi vive in costante crisi d’astinenza da Zone of the Enders. A patto di chiudere un occhio o due su evidenti limiti e problematiche, vi divertirete alla grande a fare fuori orde di robot armati fino ai denti.

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