Privacy: la recensione

#Privacy, una nuova serie spagnola di Netflix, che racconta la reazione di diverse donne, vittime di revenge porn

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Privacy: la recensione della serie disponibile su Netflix

Nel marasma del catalogo di Netflix, cosa che costituisce in parte il suo problema, ci sono una lunga serie di show televisivi destinati a rimanere nel limbo della mediocrità, prodotti non terribili, ma nemmeno eccezionali, destinati ad aumentare le fila degli show che la piattaforma americana deve sfornare settimanalmente per un pubblico ormai abituato più alla quantità che alla qualità. E' inevitabile, quindi, che proprio questa politica adottata dalla piattaforma americana finisca per nuocere a serie come Privacy che, pur non essendo un capolavoro (ma non pretende nemmeno di esserlo), è uno show solido, con una storia interessante e potente da raccontare, che affronta un tema dolorosamente serio per le donne come il revenge porn.

LA TRAMA DI PRIVACY

Privacy, Intimité in originale, la serie spagnola in 8 episodi creata da Verónica Fernández e Laura Sarmiento, è la storia di quattro donne interpretate da Itziar Ituño (La Casa de Papel), Patricia López Arnaiz (Feria, Ane), Verónica Echegui (Three Days of Christmas, 3 Caminos),  Yune Nogueiras (Akelarre) e di un'ispettrice di polizia che entra nelle loro vite, ruolo affidato a Emma Suárez (Criminal, Julieta), la cui vita, come ha dichiarato la showrunner stessa: "viene cambiata in un attimo, con il click di un mouse o il suono di un messaggio inviato. In un millisecondo la loro vita privata smette di essere tale e diventa pubblica. Qualcuno preme un bottone e provoca un uragano e come in un'epidemia, la loro intimità si diffonde da uno schermo all'altro ad un ritmo incredibile".

Quattro donne quindi, Malena, il vice sindaco della città di Bilbao che sta facendo campagna elettorale per diventare primo cittadino, sua figlia Leire, un'adolescente con problemi di controllo della rabbia, Begoña, una maestra d'asilo nonché la sorella Ane, vittima di revenge porn, ed Alicia, l'ispettrice di polizia che indagherà su alcuni dei loro casi.
Tutte, con l'eccezione di Leire, che dovrà affrontare piuttosto la paura di una potenziale minaccia di ritorsione da parte di un ragazzo con il quale non si è lasciata in buoni termini, avranno a che fare con l'esposizione pubblica della propria intimità e tutte dovranno correre ai ripari per difendersi da una società che, invece che vederle come vittime, si nutre del momento peggiore della loro vita.

Ane, una giovane donna che lavora in una fabbrica, il cui video intimo passerà di cellulare in cellulare all'interno del posto di lavoro, dopo l'inutile tentativo di cercare l'appoggio dei suoi superiori e giorni e giorni di vessazioni da parte dei colleghi, rifiutandosi di condividere il proprio dolore con i familiari per l'imbarazzo, finirà per scegliere il suicidio, lasciando l'ignara sorella Begoña nella disperazione, per non averla potuta aiutare e per il fatto che si trova ora a combattere, in nome di Ane, una battaglia che le rechi la giustizia che le è stata negata in vita, tra omertà e ritorsioni che segneranno anche la sua vita.

La situazione di Malena non è meno delicata, la donna viene infatti colpita dallo scandalo della pubblicazione di un suo video intimo nel quale tradisce il marito e fa l'amore con un uomo su una spiaggia, il tutto mentre è in piena campagna elettorale, come portavoce di un partito conservatore. La battaglia diventa tanto pubblica quanto privata e si gioca sul campo politico, ma anche su quello personale, mentre la sua e la vita di Begoña si incrociano, facendo di loro delle alleate e delle amiche.

IMBARAZZO VS. VERGOGNA

Mentre tutte le protagoniste della serie cercano di gestire le conseguenze di quanto l'esposizione della loro vita privata scatena, dovendo scegliere se denunciare o meno, supportate dal personaggio interpretato da Emma Suárez, una donna che comprende molto bene il loro stato mentale, le supporta con ogni mezzo a sua disposizione e combatte a suo modo una sua personalissima ed importante battaglia, la serie si interroga spesso sulla differenza tra imbarazzo e vergogna. Il primo, ciò che si prova quando si vede esposti al mondo momenti così personali della propria vita e la seconda, quella istintiva, che nasce nelle vittime a causa degli sguardi e dai commenti indiscreti, ma anche ciò gli autori si impegnano caparbiamente a voler attribuire a coloro che si rendono responsabili della pubblicazione di simili video ed immagini. Se l'imbarazzo è lecito e legittimo, la vergogna dovrebbe essere infatti solo affare di chi commette azioni così riprovevoli.

Il potere di Privacy viene inoltre dal fatto che, pur essendo una serie al femminile, non è una serie da femministe arrabbiate, ma un prodotto che riflette sui modi diversi delle protagoniste (e dei loro familiari) di reagire ad un tale brutale attacco, da Malena che esita a denunciare a Begoña, che invece vuole inchiodare i responsabili della morte della sorella e fa di tutto per esporre non solo il crimine, ma anche e soprattutto l'indifferenza con cui il dolore di Ane viene accolto.

Privacy sarà disponibile su Netflix a partire dal 10 giugno 2022.

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