Prison School 1 Limited Edition Variant Cover, la recensione

Abbiamo recensito per voi Prison School 1, opera di Akira Hiramoto impreziosita da una variant cover di Mirka Andolfo

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Con lo scoppio della pubertà ha inizio quell’età che definiamo adolescenza, una fase della vita di ogni essere umano in cui il corpo si trasforma e lascia presagire quello che sarà il nostro status di adulti. Più di ogni altra cosa la sessualità entra prepotentemente al centro della sfera intima di ogni ragazzo e ragazza, portando alla scoperta di comportamenti e sensazioni nuove tutte da conoscere. Si cerca, dunque, il confronto, il contatto, l’appagamento sessuale che plachi quel desiderio tanto forte quanto pauroso. Provate a immaginare cosa passa per la testa a Kiyoshi, Shingo, Gakuto, Joe e Andre, cinque adolescenti al primo giorno di scuola quando si accorgono, seduti nell’aula magna della loro nuova scuola, che il rapporto tra alunni e alunne è di 1 a 200. Per molti si delineerebbe uno scenario ideale, per altri potrebbe essere un incubo.

L’Istituto Scolastico Privato Hachimitsu è una delle scuole più rinomate della zona metropolitana di Tokyo, sia per l’eccellenza raggiunta nel campo della formazione, sia per la rigidità delle norme che regolano le giornate dei suoi studenti. Per anni l’Istituto è stato frequentato esclusivamente da ragazze, ma ora, per la prima volta nella sua storia, ha aperto le sue secolari porte anche ad allievi maschi. In questo nuovo e particolare anno scolastico sono ambientate le avventure di un gruppetto di adolescenti, della loro difficoltà a integrarsi e a interagire con le loro compagne di classe. Il più intraprendente sarà Kiyoshi il quale riuscirà a creare un contatto e fissare un appuntamento con la bella Chiyo. Ma la voglia irrefrenabile di sbirciare sotto la gonna delle proprie compagne di scuola porterà i nostri voyeur ad architettare un piano che sortirà gli effetti contrari. Colti sul fatto, infatti, Gakuto e la sua banda si imbatteranno in Hana Midorikawa, Meiko Shiraki e Mari l’Incantatrice di Corvi, rispettivamente segretaria, vicepresidente e presidentessa dell’Associazione Studentesca Segreta, organizzazione che tutela sulle ferree regole della scuola ed è pronta a punire ogni trasgressione. Ha così inizio il calvario di questi poveri ragazzi che si troveranno a vivere in una prigione e saranno sottoposti a torture estremamente violente e dai risvolti quasi sadomaso.

Prison School è uno dei manga di maggior successo degli ultimi anni, il cui esordio risale al 2011 sulle pagine della rivista Young Magazine della casa editrice nipponica Kodansha. Autore di questo seinen, vincitore nel 2013 del Kodansha Award nella categoria Best General Manga, è Akira Hiramoto, che con il suo stile piccante e provocatorio ci conduce in questa scuola-prigione. E una volta nei corridoi dell’Istituto Hachimitsu sarà difficile non essere travolti dal caleidoscopio di emozioni contenute in questo primo volume. La trama scorre fluida e veloce, ricca di tanti attimi di tensione che vi spingeranno a divorare queste pagine per scoprire cosa si cela nel futuro di questi cinque ragazzi. Hiramoto è abile nell’imprimere alla narrazione il giusto ritmo, veloce e incisivo nei primi capitoli, più lento e cadenzato in quelli finali. Questa capacità di controllo dello storytelling non fa il paio, purtroppo, con la caratterizzazione dei personaggi, troppo stereotipata e statica. Kiyoshi, Gakuto e Andre, infatti, richiamano degli schemi già noti per questo genere di narrativa a fumetti, che li riduce a delle semplici macchiette, prive di quegli elementi che li potrebbero rendere unici, riconoscibili. Adolescenti incapaci frustrati costretti a reprimere la propria sessualità, a viverla nel chiuso della loro camera senza avere la forza e il coraggio per intraprendere un normale dialogo con un esponente dell’altro sesso. In questo gioco di ribaltamento di tradizioni secolari che vedono nell’uomo il sesso forte, le donne tratteggiate da Hiramoto sono forti, tenaci, violente. Non hanno stima nel genere maschile, si ribellano al loro ruolo di vittima preferendo rispondere con furia iconoclasta a questa società che le vuole geisha, soggetti passivi delle fantasie altrui. Per Kiyoshi scambiare poche battute con Chiyo e organizzare insieme a lei un appuntamento diventa un gesto eroico, di portata sovraumana; per Meiko è normale, quasi naturale, sottomettere e seviziare Andre, punendo la sua atavica propensione al piacere basso e carnale.

La ripetizione stanca di questi espedienti viene mitigata, come dicevamo prima, dalla struttura di questi primi otto episodi e, soprattutto, dalla grande matita di Hiramoto, che si dimostra artista dotato e sensibile. Le sue donne sono accattivanti, sinuose, stupende, le scene di nudo sono sensuali ed equilibrate senza mai scadere nel cattivo gusto o nell’esasperazione. Realistico, preciso, ricco di dettagli, il tratto di Hiramoto è in grado di regalarci inquadrature fantasiose e suggestive che sapranno sicuramente conquistarvi.

Edizioni Star Comics ci ripropone quest’opera con una speciale variant cover realizzata da Mirka Andolfo, artista napoletana che ha fatto della sensualità la sua arma vincente. Il suo stile si adatta alla perfezione nel presentarci uno dei personaggi più rappresentativi di queste pagine, Meiko, con tutta la sua prepotente carica erotica.

In conclusione, Prison School è una lettura che saprà ammaliarvi con la sua sensuale e sinuosa componente grafica, ma che risulta ancora un po’ debole sotto l’aspetto narrativo. Attendiamo fiduciosi lo sviluppo delle prossime puntate per scoprire cosa ci attende tra le mura di questa scuola.

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