Prince of Persia: Le sabbie del tempo - La recensione

Il principe Dastan si ritrova coinvolto in un complotto politico e con principesse misteriose. Prince of Persia non è neanche bruttissimo, ma risulta sostanzialmente inutile e poco coinvolgente...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Prince of Persia
RegiaMike Newell
Cast
Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton, Ben Kingsley, Alfred Molina, Steve Toussaint, Toby Kebbell

uscita19 maggio 2010
La scheda del film

Esiste veramente un filone di pellicole tratte dai videogiochi? A mio avviso, no.

Sì, ci sono ovviamente tanti titoli che sono tratti da questo mezzo di espressione, ma francamente non ho mai trovato un filo conduttore nel modo in cui sono stati portati al cinema. D'altra parte, major, produttori, registi e attori diversi: perché aspettarsi prodotti dello stesso tipo e livello?

Per questo motivo non mi preoccupavo troppo della 'maledizione' dei film tratti da videogiochi, che quasi mai soddisfano le attese e raramente ottengono risultati importanti al botteghino, per Prince of Persia. D'altra parte, se c'è un uomo che può sfatare certe tradizioni, quello è Jerry Bruckheimer, che ha già dimostrato di saperlo fare con Pirati dei Caraibi (altro genere che sembrava morto e sepolto). Insomma, niente preconcetti e preclusioni da parte mia, ma serena attesa di vedere i risultati sullo schermo.

La prima impressione, allo scorrere dei titoli di coda, è di enorme sorpresa. Mi chiedo infatti come Jerry Bruckheimer abbia potuto tirar fuori un prodotto di questo tipo. Non è neanche tanto questione di valore artistico, considerando che il film può essere inserito in un ampio filone di blockbuster 'semplicemente' mediocri e che lasciano pochissimo allo spettatore. Ma a livello commerciale non riesco proprio a capire cosa abbia visto in questa storia, nel suo protagonista e nel regista scelto.

Jake Gyllenhaal è sicuramente un buon attore, che in passato ha fornito ottime prove in pellicole come Donnie Darko e I segreti di Brokeback Mountain. Ma in questo ruolo non sembra proprio poter funzionare. Lui ci prova anche a mostrarsi carismatico e autoironico per conquistare il pubblico, ma tutto quello che viene fuori è uno sfoggio di muscoli e un sorriso un po' ebete. Decisamente fuori parte.

Così come mi sembra fuori parte Mike Newell, discreto magari nei piccoli film, molto meno quando gli vengono affidati un budget e una storia imponenti (Harry Potter e il calice di fuoco, a mio avviso, spiega bene perché non dovrebbe essere coinvolto in progetti del genere). In questa occasione, il compito deve essere stato duro anche fisicamente e l'energia che sarebbe stata necessaria per il film si esplicita solo con qualche ralenti e dei montaggi poco convincenti.

In generale, difficile capire cosa si cercasse di ottenere. Forse, il nuovo Pirati dei Caraibi, ma la coppia Gyllenhaal-Newell è distante anni luce (per intenzioni e risultati) dal duo Depp-Verbinski. D'altra parte, non è neanche una pellicola epica trascinante come (tanto per citare due classici) Lawrence d'Arabia e Il gladiatore. E se la 'sorpresa' della storia sembra già evidente guardando i nomi del cast, non stiamo messi bene. Insomma, siamo nel campo del nè carne né pesce, e forse neanche seidan.

La cosa che dà più fastidio è che in tutto questo un film interessante, anche senza essere un capolavoro, si poteva tirar fuori. Il prologo, per esempio, è convincente e sembra promettere una storia appassionante. Così come il personaggio di Alfred Molina (nettamente il migliore in questo cast, ma non è una novità per lui) strappa le poche risate del film, ma potenzialmente poteva diventare una performance-gioiellino.

Magari, certa stampa amerà parlare di questo film per motivi politici, trovando una metafora contemporanea nelle vicende che vediamo sullo schermo. Magari, questa volta non sbaglierà, perché certi riferimenti alla ricerca delle armi sono indicativi. Ma forse è anche questo l'ennesimo segnale che il film non funziona. Se un popcorn movie porta a citare la guerra in Iraq, c'è qualcosa che non va...

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