Il primo giorno della mia vita, la recensione
La recensione di Il primo giorno della mia vita, il nuovo film di Paolo Genovese con Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco e Toni Servillo
La recensione di Il primo giorno della mia vita, in sala dal 26 gennaio
Stavolta il tono però è molto meno narrativo e molto più meditabondo, questo è un film di sentenze e come tale pesa come un macigno. Difficile da seguire, denso di considerazioni ponderose che ponderose davvero poi non lo sono, e soprattutto privo di un intreccio realmente appassionante, Il primo giorno della mia vita somiglia più a un film da psicanalisti, fatto com’è di personaggi che provano a superare traumi o blocchi e di un altro che li aiuta in questo processo, seguendoli con discrezione e garbo, dando ogni tanto degli stimoli per indirizzarli.
Nemmeno l’idea di andare a parare in certi momenti sui punti di forza eterni di storie come Il canto di Natale o La vita è meravigliosa sembra portare grandi benefici o se non altro un po’ di fascino. E una scena che promette molto come quella nel cinema (anch’esso fatiscente) in cui vengono proiettati momenti di vite da venire, possibilità da scoprire e un futuro da conquistare, non riesce ad avere la suggestione che si spera, lasciando spazio al disinteresse per tutta l’operazione.