Prima di Lunedì, la recensione
Pensato per essere una commedia di corsa ma poi incapace di creare un vero ritmo comico, Prima di Lunedì non è mai quel che vorrebbe essere
La storia è quella esile esile di due scemi che per via di un incidente stradale sono obbligati da un boss della malavita a trasportare un uovo di Pasqua, con loro dovrà venire anche una ragazza, sorella di uno dei due ed ex fidanzata dell’altro, che sta per sposarsi ma, imprevedibile risvolto, forse ancora cova dell’amore per il suo ex. In mezzo c’è Sandra Milo, improbabile francese, fintasi giovane su un sito di dating e ora vogliosa di una storia d’amore. La maniera in cui è usata non è troppo lontana dal modo in cui molti youtuber utilizzano le proprie nonne in chiave comica.
Seguendo la logica del movimento, per la quale i personaggi vanno sempre tenuti in corsa, in macchina, in cerca di qualcuno o appresso a qualcosa, Prima di Lunedì non è mai fermo, ma questo espediente solitamente felice non riesce a mascherarne le debolezze e le fragilità quando viene il momento di tirare le fila della storia.
Questa commedia che dovrebbe vivere di ritmo non raggiunge quindi mai quell’equilibrio necessario a che ogni suo comparto risuoni in armonia con gli altri. Detta ancora più semplicemente, sarebbe bastato avere dei momenti comici efficaci, dei personaggi amabili nella loro semplicità o ancora un contesto sufficientemente grottesco per guadagnare la sufficienza, invece Prima di Lunedì non fa altro che agitare gli attori, far declamare Salemme e metterli in corsa, assecondando una trama sempre meno concreta fino al gran finale, con un villain abbastanza ridicolo e una scena al circo indecisa se essere di tensione o di umorismo, comunque non in grado di sostenere nessuno dei due registri.