Prima Di Domani, la recensione
Sam rivive sempre lo stesso giorno ma Prima di Domani non riesce a sfruttare davvero questo spunto per fare qualcosa di più del solito teen drama
Le amiche, i ragazzi, le ragazze odiate, gli spasimanti imbranati e una grande festa finale sono gli ingredienti che, rivivendo più volte il medesimo giorno, Sam può mescolare. Litigare con qualcuno, rinsaldare il legame con altri, scegliere un percorso invece di un altro per vedere che succede.
Per quanto non si tratti di un remake non ufficiale di Ricomincio da Capo, Prima di Domani utilizza quell’idea del giorno che si ripete per la medesima parabola di miglioramento personale, Sam alla fine del film sarà una persona migliore perché ha potuto fare e rifare e rifare le stesse azioni, vedere la propria vita da così tanti punti diversi da comprendere le ragioni di tutti e così migliorare.
Si conosca o meno il film con Bill Murray in Prima di Domani si avverte la forte mancanza dell’esaltazione. In Ricomincio Da Capo il reporter burbero prima odia poi ama il fatto di vivere sempre lo stesso giorno, c’è in quel film una certa esaltazione nel poter sfruttare tutte le possibilità di quest’incastro, ottenere cose inottenibili, diventare potente, dominare la giornata e la cittadina, esserne in un certo senso il Dio magnanimo o meschino.
Prima di Domani, forse proprio perché visto dalla prospettiva di un’adolescente, ovvero la categoria che per antonomasia non sa niente e si trova spiazzata di fronte ad ogni evento, non sfrutta mai l’esaltazione dell’incastro ma ne vede solo la componente drammatica, soffre ma inspiegabilmente non utilizza la situazione a proprio vantaggio. Così chiaramente un po’ delle potenzialità dell’idea vanno perdute senza riuscire davvero a sfruttare quel che di altro si potrebbe guadagnare. C’è infatti al centro di tutto una ragazza poco popolare, una freak che tutti (protagonista inclusa) insultano e disprezzano. Sarà lei la persona da scoprire, l’arcano da svelare per poter cambiare qualcosa ma, di nuovo, sarà solo un modo per la protagonista di stare meglio e non di far stare meglio qualcun altro. E non aiuta Zoey Deutch, la protagonista che sembra la figlia che avrebbero potuto avere Julianne Moore e Brad Bird ne avessero mai avuta una, impacciatissima in un ruolo che invece vive tutto intorno agli umori, ai cambiamenti e alle piccole evoluzioni della protagonista.
Focalizzatissima su se stessa, sui suoi rapporti con gli altri e sulla propria purificazione, Sam alla fine vuole bene a tutti ma gli spettatori non possono dire di provare lo stesso sentimento.