Prima di andare via, la recensione
Nuova proposta italiana del filone "amore e malattia terminale", Prima di andare via è solo interessato a veicolare forti emozioni
La nostra recensione di Prima di andare via, disponibile su Prime Video dal 26 maggio
Prima di andare via si colloca nel collaudato filone "amore e malattia terminale" che recentemente nel nostro Paese ha visto un buon esito con la trilogia iniziata di Sul più bello. Luca è un giovane studente di giurisprudenza che convive con il miglior amico Samuel. In seguito ad un banale incidente in bicicletta, viene ricoverato in ospedale, dove i medici fanno però una scoperta ben più grave: un cancro al cervello, per il quale gli restano solo pochi mesi di vita. Il ragazzo ha difficoltà ad accettare la notizia, ma fuori dalla struttura incontra Giulia, guarita da poco da una malattia simile. Lei lo invita a frequentare un gruppo di ascolto, a godersi la vita, a non rinunciare a divertirsi. Tra i due sembra nascere qualcosa, messo a dura prova dal destino che attende Luca.
Evidente infatti come a Prima di andare via più a mettere in scena una storia, dei personaggi, un conflitto, sia interessato a veicolare forti emozioni, in maniera netta e precisa. Si susseguono scene madri dal forte carico enfatico: dolore, gioia, romanticismo. Ma tutto questo risulta forzato, se come in questo caso prima non ci è stata data la possibilità di empatizzare coi protagonisti, di interessarci alle loro vicende. Se questi rimangono sbiaditi, veicolo e non motore del discorso che si prefigge il film.