The Prestige

Il nuovo film di Christopher Nolan, l’autore di Memento e Batman Begins, racconta la storia di due maghi rivali alla fine dell’ottocento. Ma, più che la prevedibile trama, colpisce l’ossessione dei due protagonisti, tra cui un ottimo Christian Bale

Condividi

The Prestige, oltre ad essere un film sulla magia, è un film sul cinema. I tre atti del trucco di un prestigiatore non sono così diversi da quelli che formano una normale sceneggiatura. E i sacrifici che deve fare un mago per poter stupire continuamente il pubblico ricordano molto quelli degli interpreti dell’Actor’s Studio, pronti a tutto pur di entrare nei loro personaggi.
Il problema di The Prestige, quello che lo rende ‘soltanto’ un film gradevole e non un capolavoro, è il fatto che, a differenza dei prestigiatori messi in scena, non riesce quasi mai a sorprendere. Infatti, praticamente tutto quello che avviene (facendo ovviamente la dovuta attenzione e non “volendo credere” per forza al trucco, come fa invece il pubblico a teatro) è facilmente prevedibile. Infatti, che si tratti del destino delle mogli dei due protagonisti o del finale con numerose ‘sorprese’ (una delle quali, in particolare, è anticipata decisamente dalle prime due ore di film), non c’è nulla che non sia più o meno scontato.

Non solo, perché molte svolte narrative (compreso, appunto, il finale, soprattutto per quello che riguarda il personaggio di Christian Bale), ma anche semplici situazioni della storia (come fanno i due a sabotare i rispettivi progetti così facilmente?) non quadrano per niente.
Insomma, ho l’impressione che molti spettatori adoreranno questo film, prendendolo per una pellicola sofisticatissima, ma la realtà è che si tratta di un gimmick molto ben fatto (anche se non si capisce perché, per prodotti simili, un regista come Shyamalan sia stato invece trascurato spesso dalla critica). E dalla coppia di autori di Memento ci si aspetta di più.

Ma proprio alcune cose meno appariscenti di The Prestige sono quelle che portano ad un giudizio comunque positivo. La parte migliore della pellicola è quella centrale, in cui la competizione tra i maghi Robert Angier e Alfred Borden assume caratteri isterici e ossessivi. D’altronde, è proprio la caratteristica narrativa di Nolan quella di mostrare personaggi che vengono catturati da una mania e per questo mettono in gioco la loro vita, come si poteva vedere in Following, Memento e in Batman Begins. La lotta tra i due viene condotta a colpi di spada (meglio, di pistola) e di fioretto (i diari che passano di mano), ma soprattutto fa impressione perché nessuno sembra curarsi minimamente delle possibili vittime collaterali.

La regia è pressoché perfetta e dimostra l’indubbio talento del realizzatore, ma raramente (un po’ come la sceneggiatura) riesce a sorprendere veramente. Tra i momenti migliori, impossibile non ricordare il momento in cui Hugh Jackman assapora il suo trionfo da sotto il palco, scena che spiega più di mille parole quello che devono fare i maghi per la loro arte.
Ovviamente, Nolan non può esimersi dal giocare con il tempo, con continui flashback e flash forward, ma non sempre l’escamotage funziona, dando talvolta l’impressione di essere forzato e magari rivelando troppo sul destino di alcuni personaggi.

Insomma, facendo i conti, Christopher Nolan continua ad essere uno dei registi più interessanti in circolazione e può tranquillamente dire, arrivato alla sua quinta pellicola, di non aver ancora sbagliato un film. Ma deve fare attenzione a non riposare sugli allori e questo The Prestige è un piccolo campanello d’allarme…

Continua a leggere su BadTaste