C'era una Volta in America - Redux in Blu-Ray, la recensione
La Nuova edizione home video di C'era una volta in America è semplicemente un'occasione persa, a causa di una compressione eccessiva sul video...
Dati Tecnici
Video: VC-1, 1080/24p, 1.85:1
Audio:
1.0 Mono PCM: Italiano (Doppiaggio 1984)
5.1 DTS HD Master Audio: Italiano (Doppiaggio 1984) Inglese
Sottotitoli: Italiano Inglese
1 disco 50gb
Region free
Amaray
Prodotto e distribuito da Warner Bros.
Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT
New York, 1933. David “Noodles” Aaronson è un criminale ebreo che ha vissuto per lo più con il commercio di alcolici illegali nel periodo del proibizionismo. Una sera, dopo aver assistito a ciò che resta di un violento scontro a fuoco con la polizia durante un colpo, dove rimasero coinvolti i suoi amici e soci, Noodles viene braccato da dei sicari di un sindacato criminale. Costretto a fuggire, tenta di recuperare i soldi tenuti da parte in un armadietto di una stazione, ma scopre che questi erano spariti. Trentacinque anni dopo, Noodles torna a New York, dopo una vita vissuta nell'anonimato, attirato da un misterioso invito di un certo senatore Bailey. Nel tentativo di scoprire di più circa questo mistero, Noodles ripercorre la sua vita, i suoi ricordi, dalla sua infanzia nel ghetto ebraico, fino alla scalata sua e dei suoi amici nel crimine organizzato.
Probabilmente il più grande capolavoro della storia del cinema, scritto e diretto da Sergio Leone, basato sul romanzo The Hoods di Harry Grey, C'era una volta in America è l'ultimo film del regista italiano, l'ultimo atto della sua trilogia registica sul Tempo ed è il suo lavoro più sentito e rappresentativo del suo cinema.
Leone mette, fin da subito, in chiaro chi è il vero protagonista della sua storia: il Tempo. Il tempo passato, il tempo presente, il tempo futuro. Tutto il film ha a che fare con il tempo e i suoi effetti con i personaggi in scena, muovendosi con grazia fra tre percorsi temporali creando una visione quasi onirica dell'intera vita di un uomo, da giovane che voleva uscire dal ghetto ebraico e da anziano, pieno di rimpianti e rimorsi per le occasioni perse e gli errori commessi. L'intero processo di scrittura e magistrale montaggio del film, coadiuvato da interpretazioni solenni, non solo di Robert De Niro e James Woods, lo rendono qualcosa di più di un semplice film di gangster, ma una epopea visiva, narrativa, un film che parla con le immagini e la musica, più che con le parole, cosa che Leone ci ha abituati. Volendo fare un paragone, non c'è dubbio che siamo di fronte al “2001” del regista italiano, ma anche dell'intero genere gangster, qualcosa che trascende il genere per diventare unico. Probabilmente, al pubblico di oggi, più abituato al cinema meccanico e rompicapo, come quello di Nolan, si concentreranno maggiormente sul risolvere l'enigma del finale, ignorando invece la vera essenza e poesia del film.
Il capolavoro assoluto di Leone è, tuttavia, tristemente noto per le vicende produttive legate alla distribuzione dello stesso nel territorio statunitense, che venne montato in una versione estremamente ridotta e consequenziale delle scene, facendo perdere molto al film, che basa molto del suo fascino proprio con il montaggio trasversale di flashback e flashforward. Fortunatamente, oggi, questa versione non esiste più, benché comunque è indubbio che, all'epoca dell'uscita fece parecchi danni al film e al regista.
Video
C'era una volta in America, capolavoro assoluto del maestro del cinema Sergio Leone, torna, nuovamente, nel mercato home video in alta definizione Blu Ray, dopo un breve ritorno di fiamma nelle sale cinematografiche con una versione estesa e restaurata del film.
Come molti ricorderanno, lo scorso anno, il film di Leone era già stato presentato in una edizione Blu Ray edita da Warner Bros, che presentava la versione cinematografica e il nuovo doppiaggio del 2003. Questa edizione, benché complessivamente buona, non restituiva appieno, le caratteristiche che Leone aveva sempre voluto per il suo film, in particolare sul fronte audio. L'occasione per rimediare a questo torto si è presentata quando la famiglia Leone è riuscita a recuperare i rapporti con lo storico produttore Arnon Milchan per realizzare una versione del film che comprendesse dei minuti tagliati che, a detta della figlia Raffaella Leone, costarono molto al padre regista, diventando anche l'occasione per restaurare integralmente l'opera e riportarla alla sua originale concezione.
Il lavoro di restauro è stato eseguito presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata della cineteca di Bologna, già responsabili del restauro de “Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo”, partendo dalla scansione dei negativi originali 35 mm realizzati dalla Warner MPI. Le scene inedite, tuttavia, non provengono dai negativi, ma da stampe positive in condizioni precarie e la cosa risulta oltremodo evidente alla visione di questa versione del film.
Questo è il restauro del film, che ricordiamo è stato girati in 35 mm sferico, che restituisce al una gloria mai conosciuta, un lavoro impeccabile “made in Italy” che dimostra tutta la professionalità del laboratorio italiano, come una bandiera da sventolare e mostrare fieramente a tutte le altre realtà internazionali.
Tuttavia, se questo è l'impegno profuso per la creazione di questo eccezionale master, l'impegno per realizzare la sua versione casalinga in alta definizione Blu Ray, risulta inversamente proporzionale, andando a minare, pesantemente, tutto il lavoro eseguito.
L'edizione si presenta su un disco singolo e confezionata in amaray. Una delle rivoluzioni in campo domestico che ha portato il Blu Ray negli appassionati di cinema, è stata quella di poter, finalmente, assistere alla proiezioni di filmati della stessa qualità dei master originali di partenza, con la stessa fedeltà nelle caratteristiche. Questa è stata, da sempre, la più grande rivoluzione in quasi trent'anni di Home Video, permettendo a tutti di poter godere e riscoprire, per la prima volta i film come sono veramente. Il pregio, non viene solo dall'alta risoluzione in se del filmato e che quindi permette la visione di dettaglio che nella risoluzione del DVD (Pal o NTSC che sia) non era fisicamente possibile accorgersi, ma anche dall'efficacia dei codec di compressione del video, che finalmente, riescono ad essere trasparenti e a non presentare i limiti intrinseci degli stessi, come invece accadeva con DVD, dando quindi quella sensazione di trasparenza del supporto, come assistere a una vera proiezione in pellicola o DCP. Tutto questo a patto di un flusso in bit adeguato alla durata e alla complessità delle immagini da encodare. All'atto pratico, un film di due, tre o anche tre ore e mezza circa (volendo esagerare), può tranquillamente essere contenuto in un disco da 50gb ed encodato in AVC e risultare trasparente, quindi senza che la compressione inizi il suo processo di discretizzazione per riuscire a compensare la sua mancanza di informazioni per ricostruire l'immagine originale correttamente. L'esempio più fulgido è sicuramente il recente Lawrence D'Arabia. Tuttavia, superata una certa soglia di durata, diventerà sempre maggiore la compressione andando a minare l'immagine in modo evidente, ecco perché film come la trilogia de IL SIGNORE DEGLI ANELLI nella sua versione estesa (oltre quattro ore solo il terzo film) i film sono stati divisi su due dischi per scongiurare qualsiasi calo dell'immagine dovuto alla compressione.
Il succo di tutto questo discorso serve a ricordare, a tutti, che la compressione, l'encoding, è il collo di bottiglia di tutto il processo. Non serve a niente avere un film dall'immagine super dettagliata se poi la compressione andrà a mutare le suddette. Quindi è sempre bene che questo aspetto dell'authoring del disco, sia sempre quello con maggior cura.
Ormai avrete capito che questa edizione di C'era una volta in America fa parte di quella, per fortuna, ristretta cerchia di authoring mal realizzato. Il video è affetto da una pesante compressione evidente in tutti i fotogrammi del film, quella che era la struttura granitica della pellicola, si è trasformato in microblocking, ma non solo quello, anche i microdettagli dei volti, dei vestiti e molto altro, è stato del tutto cancellato e rimpiazzato da forme più o meno gravi di blocking e appiattimento dei dettagli. La compressione risulta più evidente nei colori scuri e in quelle scene che si svolgono al buio, mostrando tipici segni di color banding molto marcati, minando quindi anche la corretta temperatura del croma. I neri risultano schiacciati e affogati, cancellando del tutto il dettaglio presente. Le scene luminose non si salvano comunque, così come i numerosi panning lunghi, che mostra gli scorci del ghetto ebraico affollato di persone, gli elementi, benché distinguibili, sono scarsamente dettagliati e minati dalla compressione. Come è stato detto, non si salva niente da questa scellerata compressione, ogni piano sequenza è impossibilitato nel poter restituire il quadro nella sua purezza. Va detto, comunque, che alla visione, questo grazie anche al master di partenza eccellente, la visione è sufficientemente piacevole e che la maggior parte dell'utenza profana che guarderà il film su pannelli di piccolo o medio taglio, potrebbe non notare questo problema e quindi non comprendere il motivo di sdegno dello zoccolo duro di appassionati dell'Home Video. Parlando del quadro video in generale, si può comunque notare il grande lavoro di restauro che è stato realizzato, il quadro è stabile, non sono presenti graffi o altri artefatti e si evince come il dettaglio sia enormemente aumentato rispetto al vecchio master. Cromaticamente appare molto più desaturato, con una componente seppia molto marcata, in particolare nelle scene ambientate nel passato. A creare ulteriori problemi al quadro, ci pensano le sequenze inedite reinserite. Lo sbilanciamento qualitativo è spiazzante, non solo per il calo dei dettagli, che sarebbe il minimo, ma anche per uno sconvolgimento cromatico, con un contrasto particolarmente spinto, dove tutto è affogato nel bianco e nel nero, come se non esistessero altri livelli intermedi. Vista la qualità dubbia del materiale in questione, viene da chiedersi se il suo inserimento all'interno del montaggio, valesse la pena a discapito della perdita di omogeneità qualitativa del girato.
In definitiva, alla visione del prodotto, si ha un senso di rabbia misto a dispiacere per l'occasione persa di mettere in scena questo capolavoro con un restauro favoloso, minato da un authoring del tutto miope nel risultato finale.
Audio
Questa edizione di C'era una volta in America, a differenza della precedente, è stata ideata per il territorio italiano e curata qui in Italia e, considerando le valutazioni sul video, la cosa sembra evidente. Lo si evince anche dal set audio scelto, che predilige molto l'utenza italiana proponendo due configurazioni audio: mono in PCM non compresso e un upmix in 5.1 in DTS HD Master Audio, entrambe presentate unicamente con il doppiaggio originale italiano voluto da Sergio Leone, portando finalmente sollievo a tutti i fan non particolarmente felici del doppiaggio del 2003.
Il lavoro di mixing per la traccia in 5.1 è encomiabile, sia per l'ottimo bilanciamento degli effetti e dei canali, senza che questi soffochino i dialoghi o che risultino poco incisivi. Va poi fatto i complimenti per la gestione dell'ipnotica musica di Morricone, altro protagonista del film, splendidamente distribuita nei canali e che avvolge lo spettatore. I dialoghi, benché intelligibili, si nota un certo retrogusto metallico, forse una lieve saturazione, ma non arriva a minare l'esperienza. La controparte monofonica è quella originale e presenta tutti i problemi del caso, dai fruscii in sottofondo, all'inscatolamento in generale, benché risulti più compatta e meno “costruita” rispetto all'upmix. In ogni caso, il pubblico finalmente riceverà la tanto amata traccia originale che mancava da troppi anni ormai.
Nota bene: le sequenze inedite sono presentate unicamente in inglese con i sottotitoli in italiano.
Extra
A differenza dell'edizione dell'anno scorso, che comunque presentava unicamente un commento audio e un breve documentario televisivo su Sergio Leone, questa edizione non presenta alcun tipo di extra e vista la disastrosa situazione dell'encoding video, risulta più un sollievo che un dispiacere.
Conclusioni
La Nuova edizione Home Video di C'era una volta in America è semplicemente un'occasione persa, un insulto verso lo straordinario lavoro di restauro svolto dalla Cineteca di Bologna, a causa di una compressione eccessiva sul video che si beffa dell'appassionato di cinema e di alta definizione. Questi sono gli unici commenti che si possono esprimere verso questa nuova edizione estesa del capolavoro di Sergio Leone. Sarebbe assolutamente il caso di far presente questa cosa sia ai responsabili del restauro, i responsabili del disco in questione, ma soprattutto, alla famiglia Leone, che forse non sono a conoscenza di ciò che è stato fatto. L'unica speranza risiede, quindi, nell'edizione completa annunciata prossimamente, che forse può porre rimedio a questo triste incidente.