La preda perfetta, la recensione

La preda perfetta di Scott Frank vede Liam Neeson ricoprire il ruolo del detective privato senza licenza Matt Scudder dai romanzi di Lawrence Block

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Frutto del grande momento del cinefumetto... è il falso cinefumetto.

O meglio: il thriller d'azione con superuomo al centro di esso in tutto e per tutto simile a vendicatori mascherati come Batman con l'eccezione che non è miliardario, vive e frequenta i segmenti sociali più umili e se ne va in giro a viso scoperto anche se sa rendersi irreperibile in un secondo e mezzo. Sono uomini indistruttibili distinti dagli action hero del passato per questa loro calma sovrumana, una vita alle spalle ricca di misteri e una forza straripante in tutto e per tutto simile ai tanti protagonisti di film tratti da Marvel & Dc Comics.
Ieri c'era Jack Reacher (2012; ispirato ai romanzi di Lee Child, presudonimo per Jim Grant), oggi La preda perfetta (ispirato alla saga di Lawrence Block), domani la versione cinematografica di The Equalizer - Il vendicatore ispirata agli 88 episodi della serie tv americana Un giustiziere a New York (1985-1989), adorata dal padre di Jordan Belfort "Mad" Max in The Wolf of Wall Street (non dovevi mai e poi mai telefonargli il martedì sera durante lo show).

Quali di questi diventerà un redditizio franchise dopo il risultato così-così di Jack Reacher al botteghino Usa?
Probabilmente The Equalizer con Denzel Washington è del trio quello con più chance.
Ma staremo a vedere perché La preda perfetta contiene l'action star suo malgrado Liam Neeson, diventato gran picchiatore a cinquantasei anni dopo l'exploit improvviso di Io vi troverò (2008) di Pierre Morel.
L'enorme irlandese dalla faccia di pietra è ne La preda perfetta Matt Scudder, ex poliziotto alcolizzato traumatizzato da una sua pallottola vagante del passato ora diventato detective privato in nero.
L'oscurità lo avvolge in tutti i sensi.
Non ha licenza, non emette fattura, non ha ambizioni e non ha speranze anche se non ha più toccato un goccio di alcool da quasi dieci anni quando lo reincontriamo nel 1999 sobrio e con stuzzicadenti in bocca dopo un prologo nel 1991 in cui è un capellone aggressivo.

Ciò che è interessante nel film è la capacità del nostro Scudder di lavorare per conto di criminali cui non fa mai la morale. A metà film scopriremo il perché. E' qualcosa di legato a quella pallottola vagante e al suo passato selvaggio. Tutto in La preda perfetta è against the type: un trafficante di droga newyorchese ha il viso elegante e i modi educati del Dan Stevens di Downton Abbey, un ragazzino di colore senza famiglia conosce bene la letteratura hardboiled di Chandler e Hammet, due serial killer psicopatici si muovono con la compostezza e l'ordinarietà di un impiegato delle poste.
La città è così poco concreta (come in Jack Reacher e The Equalizer) e realistica da ricordare non poco il medium del fumetto.

Se volete vedere un sano e semplice thriller d'azione con qualche ingrediente inusuale... La preda perfetta è il film adatto per passare una serata con un cinema di genere che ha le sue originalità.
Bellissima, ad esempio, la scelta del regista Scott Frank (esperto sceneggiatore per la seconda volta dietro la camera dopo Sguardo nel vuoto) di anticipare con il montaggio, rallentare con la slow motion, stringere così tanto sui dettagli e deviare la percezione dello spettatore quando, ad inizio film, gira una scena di violenza presentandola come plausibile momento di baci e sesso.
Scudder che tipo è? Indistruttibile come Jack Reacher e Robert McCall di The Equalizer ma più stanco, depresso e rassegnato a vivere in un mondo il cui idealismo è giustificato al massimo dai disegni superomistici di un bambino e non certo dai suoi primi piani sfiniti dopo ogni combattimento. Dopo la famosa telefonata brutale di Io vi troverò, Neeson continua ad eccellere dall'altro capo della cornetta quando inverte il ruolo da minacciato passivo a sorprendente aggressore verbale.
Notevole David Harbour come angelo del male squallidamente garrulo. Lo vedremo anche in The Equalizer a conferma del fatto che dopo Revolutionary Road (2008) stia diventando uno dei caratteristi più richiesti ad Hollywood.

Il film esce da noi prima che negli Stati Uniti. Sarà quel box office a decretare morte o futuro da franchise per il tormentato Scudder, protagonista di diciassette romanzi di Block.
A noi non dispiacerebbe affatto rivedere questo eroe della fatica e dell'errore tornare in azione.

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