Preacher 4x09 "Overture": la recensione
Preacher si avvicina al finale di serie, con un buon episodio in cui i tre protagonisti cercano di sventare il piano di Dio
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E in questa baraonda spettacolare in cui gli idoli sono sacrificati e gli antieroi sono tutto ciò che rimane, la serie trova un suo senso. Sia dal punto di vista narrativo che visivo. C'è un'ottima idea di fondo in questo episodio, che presenta il conto alla rovescia verso l'Apocalisse come uno spettacolo tutto da godere. Si tratta di una sorta di best of dell'umanità, trasmesso obbligatoriamente a reti unificate, che si chiuderà con il ballo di Humperdoo che darà il via alla fine dell'umanità. Jesse, Tulip e Cassidy si precipitano ovviamente sul posto, ognuno con il proprio obiettivo particolare, ma tutti con la ferma intenzione di stoppare la cerimonia.
Funzionano i piccoli momenti con Starr – che sinceramente è molto più godibile così che come carcassa tormentata – ma soprattutto funzionano le piccole tentazioni nei confronti dei protagonisti. Tutti loro sono chiamati alla prova finale, e tutti loro in qualche modo cederanno ai propri difetti. Cassidy ha la propria debolezza, il desiderio inconfessato di rivedere la propria famiglia e rimediare a quanto accaduto. Tulip ha la propria rabbia, che la porta a sfogarsi inutilmente contro Dio. Jesse, infine, ha la propria presunzione. Proprio nel momento in cui crede di aver portato il Santo degli Assassini esattamente dove voleva, cioè faccia a faccia con Dio, questo gli si rivolta contro. Anche i pistoleri senz'anima hanno le loro debolezze.