Preacher 3x10 "The Light Above" (season finale): la recensione

La recensione del finale di stagione di Preacher

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Spoiler Alert
Il finale di stagione di Preacher non poteva che confermare l'approccio seguito nella seconda parte di stagione. Dopo la lunga, ma giusta, parentesi ad Angelville, i protagonisti della storia si sono divisi, hanno preso strade diverse, ognuno costretto a superare una sfida diversa. E la storia ha assecondato questo approccio, permettendosi soluzioni anche radicali, come nel caso della sfida col Graal, chiudendo molte più trame di quante ne venissero aperte. The Light Above è allora l'episodio necessario, molto prevedibile, che chiude molte vicende rimaste incompiute. Lo fa nel modo in cui ci aspettiamo, senza giocare più di tanto con i cliffhanger. Una buona conclusione per una buona stagione.

Iniziamo con Jesse. C'è una bella soluzione visiva nel momento in cui il consueto bianco e nero dei flashback si incontra con i colori del presente. È il giovane Jesse, che finalmente trova il coraggio di lasciare la casa della nonna, ma non quello di ucciderla, che si rivolge al se stesso adulto per completare quella missione. Gli step sono molto prevedibili, ma in questo caso come negli altri, non si poteva chiedere altro. TC è un avversario fin troppo semplice da eliminare, anche grazie al potere di Genesis. Diversa la faccenda per Jody, contro cui Jesse vuole misurarsi ad armi pari. Dal punto di vista narrativo, il potere di Genesis è una grossa zavorra, perché semplicemente è troppo forte. Dobbiamo percepire le difficoltà, fisiche ed emotive, dei protagonisti, ed è per questo che il confronto con Jody non ci può essere risparmiato.

Si arriva quindi al confronto finale con la nonna. Madame l'Angelle rivela a Jesse l'ultimo accordo concluso con Satana: se lui la ucciderà, al momento della morte andrà all'inferno. Questo dovrebbe impedirgli di agire, ma dopo vari ripensamenti Jesse decide di eliminare completamente qualunque legame con il proprio passato, alle conseguenze penserà in futuro. Anche qui tutto è abbastanza dovuto. Jesse avrebbe potuto aggirare in altro modo le regole del contratto, considerato che Tulip lo raggiungerà a breve.

Tulip, dopo aver avuto l'ennesimo scontro con Dio, che le chiede di intervenire per bloccare la ricerca di Jesse, si riunisce finalmente con il prete. Lo fa al termine di una scena d'azione rocambolesca che coinvolge nazisti, pistoleri, angeli della morte e perfino l'Onnipotente. Tulip è presente, ma il senso del suo agire si manifesta soprattutto nella conversazione con Dio. Per il resto questi sono i momenti che vedranno, insospettabilmente, trionfare Hitler, che riesce addirittura a prendersi il trono dell'inferno dopo la morte di Satana. Se con Genesis la scrittura riesce a ridimensionarne il potere, il Santo degli Assassini è troppo forte, nonché uno strumento troppo semplice per risolvere conflitti ed eliminare i poteri troppo forti (ma anche nel fumetto era così).

L'ultima parentesi è quella di Cassidy. Tutto secondo copione. L'inganno di Eccarius viene scoperto, gli adepti trasformati in vampiri si rivoltano contro di lui e lo uccidono. Ad emergere nella storia è allora Cassidy, che sorprendentemente funziona molto meglio da solo che come spalla. Stavolta il personaggio è stato chiamato ad impegnarsi in prima linea per risolvere un problema, e c'è perfino un momento di vera commozione mentre parla al telefono con Tulip. Chiusura affidata a Starr, che medita vendetta e si prepara a lanciare tutto quello che ha contro Jesse.

È stata una stagione di Preacher migliore della seconda. Più ironica, più creativa, con un netto miglioramento nella suddivisione delle storyline e nel tempo da dedicare ad ogni personaggio. Soprattutto una stagione che ha dato sempre la sensazione di muoversi in avanti, a differenza della stagnazione dello scorso anno. E anche quando siamo rimasti fermi, abbiamo percepito un motivo in tutto ciò. La storia continuerà il prossimo anno con la quarta stagione. Considerati gli eventi coperti finora, potrebbe anche essere l'ultima.

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