Preacher 3x09 "Schwanzkopf": la recensione
Ecco le nostre impressioni sul nono episodio stagionale di Preacher
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E non c'è timore ad aprire la puntata con quello che sarà il momento più violento, ma forse anche il più importante a livello narrativo. Jesse riesce a liberarsi, a far fuori le guardie e a vincere un confronto con l'Allfather. Preacher, ovviamente, non può liquidare una massa così volgarmente assurda e mastodontica con un semplice colpo in testa, come suggerito nella scorsa puntata. Ecco quindi che nemmeno il capo del Graal – in realtà sarebbe stato strano il contrario – può sopportare la miscela Genesis, e il bianco della stanza si tinge del rosso delle budella dell'Allfather. Stessa soluzione visiva che poi verrà applicata su Starr, vessato in tutti i modi nel resto della puntata. C'è un'apocalisse da scongiurare, e questa viene evitata in un modo abbastanza creativo.
C'è Tulip che viene catturata dall'Angelo della Morte, piazzata su un autobus diretto all'inferno insieme al solito stucchevole Eugene e a Hitler. È divertente il modo in cui per tutto il tempo Tulip e gli altri si affannano a cercare una soluzione dietro l'altra per fuggire, e il modo in cui nessuna di queste avrà il minimo impatto sulla trama. Tutto si risolve, in modo prevedibile, grazie all'intervento dei sottoposti di Hitler, da quest'ultimo evocati a più riprese. Cosa accadrà da questo momento in avanti è un mistero assoluto, ma funziona la decisione della serie di sparpagliare i tre protagonisti in altrettante direzioni nella seconda metà di stagione.