Preacher 3x03 "Gonna Hurt": la recensione
Le nostre impressioni su Gonna Hurt, terzo episodio stagionale di Preacher
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Se Dio, inteso nella serie della AMC come simulacro di un ordine a cui obbedire, appare, lo fa allora nelle fattezze di una versione finta, idealizzata di sé. E Tulip, una a cui le regole vanno strette, non ci sta a sopportare il paternalismo (anche se forse andrebbe scritto con la lettera maiuscola) dell'Essere che è di fronte a lei. Il risultato è grottesco, ma è perfettamente in linea con quello che Preacher vuole, e probabilmente deve essere. Per il resto, la puntata si sofferma per il terzo episodio consecutivo ad Angelville, raccontandoci la difficile permanenza e prigionia della mente di Jesse e degli altri. Il resto del mondo, lo scorso episodio nelle fattezze di Starr, si presenta nella proprietà di Madame l'Angelle, e anche in questo caso non ci muoveremo da qui.
Jesse, esibendosi in un'interpretazione che intuiamo essere solo l'ultima di molte, tenta il tutto per tutto, spingendo l'amico in un'arena sotterranea contro un altro prigioniero. Uno scontro all'ultimo sangue nel quale Cassidy non dovrebbe avere problemi, quando invece sembra che la minaccia sarà altrove. Madame l'Angelle appare pochissimo nell'episodio, ma il suo unico colloquio con Cassidy contiene in sé un barlume di umanità – giusto un piccolo retroscena suggerito – che arricchisce il personaggio e promette sviluppi, mentre ci pensa un flashback dal retrogusto di horror d'annata a ricordarci quanto sia malvagia.