Preacher 3x02 "Sonsabitches": la recensione
La recensione del secondo episodio stagionale di Preacher
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Poi in realtà tutto quel che vedremo una volta catapultati nel presente torna a risentire delle sfumature grottesche, quando non comiche, della serie. E in qualche modo il senso di "sacro timore" ne viene ridimensionato. L'espressione non è casuale. Il timore di Dio instillato nella mente di Jesse è una deviazione di un senso di subordinazione quasi naturale alla propria famiglia del passato. L'obbedienza cieca ad un ordine superiore, anche crudele, ma accettabile come regola naturale e semplice modo di essere delle cose. Nell'ottica della serie, e del fumetto anche, la ribellione, rispetto ad una nonna crudele o ad un Dio insensibile, è il modo per definire se stessi oltre una morale precostituita.
Herr Starr rimane un bel personaggio perché il suo ruolo, il suo carattere, la sua stessa fisicità sono intimamente legati allo stile della narrazione. È il prodotto grottesco di un mondo grottesco. Qui sentiamo per la prima volta citare l'Allfather, e abbiamo uno scorcio sull'organizzazione dietro Starr. Jesse paga come al solito il fatto di essere un personaggio un po' respingente. Qui molto delle sue azioni è definito dal desiderio di riappropriarsi a pieno titolo del potere di Genesis, che ovviamente è importante per la serie, ma non dovrebbe definire del tutto il protagonista. Non a caso la scena forse migliore della puntata è quella che vede sinceramente a confronto Jesse e sua nonna, in uno scambio sofferto, carico di risentimento, ma anche di accettazione dell'inevitabile dolore che seguirà alla situazione attuale.