Preacher 2x12 "On Your Knees": la recensione
La recensione del dodicesimo episodio della seconda stagione di Preacher, intitolato On Your Knees
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Ad esempio, per più di metà della stagione abbiamo seguito il senso di disperazione e impotenza di Tulip dopo l'aggressione del Santo degli Assassini. Si tratta di un punto di vista interessante su un personaggio che ha fatto della forza una delle sue caratteristiche fondamentali, e che ora si scopre del tutto inerme di fronte ad una minaccia esterna. Quantomeno, la serie ci dice che tutto questo è importante, costruendo un arco narrativo ad hoc, mostrandoci come Tulip corteggia la morte per esorcizzare il proprio dolore, sostituisce apparecchi nell'appartamento e compie altri gesti del genere. La risoluzione dovrebbe arrivare in questo episodio, dove i due personaggi sono ancora una volta a confronto, ma non c'è nulla che ripaghi davvero l'attesa.
Così come non sarà dirompente come vorrebbe essere il discorso del Pontefice nel quale si parla di una versione “piuttosto somigliante” di Cristo. Jesse osserva tutto questo, più o meno coinvolto, solo per poi risolversi in un'accettazione della responsabilità fornitagli da Genesis. Forse è lui il nuovo Messia. C'è un'immagine finale in cui Starr si inginocchia, riprendendo il titolo dell'episodio, ma in realtà è Jesse a rimanere vittima di se stesso, sempre più lontano dai suoi propositi, sempre più lontano dai suoi amici.