Preacher 2x10 "Dirty Little Secret": la recensione
La recensione del decimo episodio stagionale di Preacher, intitolato Dirty Little Secret
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Nell'universo di American Gods il valore della divinità trascende qualunque confine tra idolatria e fede. Esistono figure sovrannaturali che emergono secondo necessità e alle quali le persone si affidano dando loro potere. Nel mondo di Preacher il sovrannaturale esiste – ci sono i vampiri! – ma per quanto ne possiamo sapere è qualcosa di molto distinto dal rispetto che la figura di Gesù o il nome di Dio possono evocare, anche in una persona come Jesse Custer. Eppure, nel momento dell'incontro, ci sono molte somiglianze tra le varie versioni di Gesù invitate al party di Pasqua e questo lontanissimo discendente che mostra tutti i segni di secoli di incesto.
Cassidy e Tulip vivono di riflesso tutto ciò, e in qualche modo riescono a favorire i piani dell'organizzazione che mira a isolare Jesse probabilmente per sfruttarne il potere. La decisione di riportare in vita il figlio di Cassidy si rivela la brutta idea che immaginavamo, e probabilmente finirà per creare ulteriore astio tra il vampiro e il prete. Quanto a Tulip, i suoi problemi sono quelli noti dopo la sconfitta del Santo, ai quali si aggiungono due vicini di casa pericolosi. Tulip sa badare a se stessa, ma anche nel suo caso stavolta la scrittura si concentra sulle debolezze e sulla costruzione di conflitti in ombra destinati a esplodere prima della fine della stagione, ormai prossima.