Preacher 2x06 "Sokosha": la recensione
Jesse e gli altri affrontano il Santo degli Assassini in uno dei migliori episodi di Preacher
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Scoprire l'universo di Preacher significa aprire le porte di un mondo segreto infiltrato nel nostro più grande. La compravendita delle anime, che gioca un ruolo fondamentale nella cold open e più tardi nell'episodio, è solo uno dei modi con cui il sacro viene ridotto al profano, spogliato di ogni valore spirituale e ridotto ad una visione estremamente terrena. Eppure così funzionale e giusta una volta che ci troviamo a scontrarci con essa, quasi da apparire naturale. Non un senso di scoperta e meraviglia, la l'idea che le cose devono andare così perché, diciamoci la verità, in quale altro modo potrebbero essere trattate le anime, se non come merce di scambio?
Il ritmo dell'episodio è serrato, non in tempo reale ma quasi. Jesse deve cercare entro breve un'anima per salvare la vita ai suoi compagni. E qui la scrittura ancora una volta corteggia il passato finora sconosciuto del protagonista e lascia intravedere traumi passati. A quanto pare nella sua famiglia il commercio di anime era un'attività normale. Ora, questa consapevolezza improvvisa di Jesse sarebbe disturbante di solito, ma qui tutto vuole servire qualcosa che ancora non abbiamo visto, una luce gettata sul passato del personaggio. L'episodio poi ha quelle piccole chicche di stile e di scrittura che lo elevano, tra un proiettile ripescato in frigo e una battuta su Dick Cheney da rotolare dalle risate.