Preacher 2x01 "On the Road"/2x02 "Mumbai Sky Tower": la recensione

Ritorna su AMC con una doppia première Preacher, adattamento dell'omonimo fumetto

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Spoiler Alert
Preacher segna una continuità, se non stilistica, almeno tematica, con American Gods. Ancora on the road, ancora alla scoperta delle molte identità che convivono negli Stati Uniti, ancora riferimenti al divino. Un divino raramente trascendente, ma legato alla terra, tra pistole e angeli caduti. Ricomincia su AMC la serie tratta dal fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon, e si tratta di un doppio ritorno soddisfacente, per una serie che ha di fronte a sé potenzialità altissime e molte strade percorribili.

Per adesso la strada percorsa da Jesse Custer (Dominic Cooper), Tulip O'Hare (Ruth Negga) e Cassidy (Joseph Gilgun) li porta alla ricerca di Dio (“non lo cerchiamo tutti?”, dirà qualcuno) su strade lontane da Annville, nel frattempo devastata dall'incidente. Da Eugene ancora bloccato all'inferno, ai trascorsi dei tre viaggiatori, alla relazione particolare che intercorre tra di loro, le storyline secondarie da sviluppare nel corso di questa stagione, e forse delle prossime, non mancano. Tutto questo per dire che il cambio di rotta rispetto al primo anno non dovrebbe incidere più di tanto sulla riuscita dello show, che nella prima stagione ci aveva convinto, ma dimostrava ancora delle potenzialità da sfruttare.

Per certi versi, considerato anche il finale di stagione e l'azzeramento di certe situazioni, era un grande prologo della storia, una specie di prova generale in vista del viaggio vero e proprio. Quel viaggio riparte nei due episodi “On the road” e “Mumbai Sky Tower”. Ed è un inizio col botto, letteralmente. La prima scena è il perfetto biglietto di presentazione dello show, che fonde insieme tutti gli elementi centrali dello stile che ha seguito finora. Sparatorie, senso del grottesco, violenza cattiva e black humour. A spiccare in questi due episodi, dopo i lunghi flashback incentrati sulla sua storia nella scorsa stagione, è il Santo degli Assassini.

Il pistolero senza pietà è sulle tracce di Jesse e degli altri: la sua missione è quella di uccidere Genesis. Jesse scopre di non poter utilizzare la Voce su di lui, e questo lo mette in una condizione di difficoltà, peraltro accentuata dai dubbi sollevati da Tulip circa l'abuso di questo potere. I due episodi in effetti servono a ristabilire un contatto tra gli spettatori e lo show. Il primo episodio fa un grande lavoro in questo senso, soprattutto dal punto di vista stilistico, con la prima scena già citata. Il secondo invece riaggancia vari fili alle storyline rimaste in sospeso. Vede il primo incontro ravvicinato con il killer e rimette in gioco il personaggio di Fiore, almeno per il tempo necessario a dare a Jesse alcuni indizi su ciò che sta accadendo “ai piani alti”.

Su tutto rimangono i personaggi, e rimane il tempo dell'empatia costruito su di loro. Cassidy rimane il jolly, utile a far virare il momento sul black humour, capace di insidiare da lontano il rapporto tra Tulip e Jesse, costruendo silenziosamente le radici per un possibile conflitto. Tulip rimane quella con i piedi piantati per terra, la voce della ragione capace di lasciarsi andare in più di un momento. Vorremmo provare più empatia per Jesse e il suo percorso, e qui ci viene in soccorso un piccolo riferimento al suo passato nel primo episodio, una scena che dura poco, ma lascia intendere come qualcosa si agiti sotto la superficie. Il passato dei personaggi rimane tutto da scoprire.

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