Rimanendo fermi, viaggiando, o spingendosi fino ai posti più impensabili, i personaggi di
Preacher si mettono in movimento, oltrepassando limiti che fino a poco tempo fa non avrebbero mai creduto possibili. La serie della
AMC alza l'asticella ancora una volta, ci offre qualche risposta in più, unisce le storyline, e si avvia verso un finale di stagione nel quale potrebbe accadere quasi qualunque cosa.
È una serie che continua a funzionare, anche a sorprendere nei suoi momenti migliori, che ha imparato fin da subito a non puntare solo sul suo protagonista – non esattamente uno dei personaggi con i quali è più facile empatizzare – ma ad allargare lo spettro delle possibilità e dei toni ai quali attingere. Anche Finish the Song oscilla al confine tra grottesco e violento, tra il sovrannaturale e una concretezza quasi esilarante nei suoi momenti più riusciti.
È il caso di Fiore e DeBlanc che, incamerato l'insuccesso nella missione di recupero di
Genesis, prendono un biglietto di andata e ritorno – quasi letteralmente – per l'inferno. C'è una citazione visiva (non confermata, ma insomma) di
Breaking Bad al momento dell'inizio del loro viaggio, ma è altro a sorprenderci. Il misterioso pistolero che abbiamo visto raccontato fin dall'inizio in sporadiche cold open, belle ma distanti da noi, entra di prepotenza nella storia. Condannato, nel più classico dei supplizi infernali, a rivivere in perpetuo l'orrore della morte dei suoi cari e la sua immediata vendetta, l'uomo si vede arrivare di fronte i due angeli, che lo liberano per scatenarlo contro
Jesse. Il pistolero è più bestia che uomo, è implacabile e privo di pietà. Completamente disumanizzato, sarà una sfida tremenda per i protagonisti.
E la serie ce lo ha introdotto nel modo migliore. Arrivati al nono episodio riconosciamo che non è stato facile tenere insieme i vari pezzi, ma ora che vanno ad incastrarsi l'uno nell'altro possiamo riconoscerne la riuscita. Anche in questo Preacher si conferma una serie che fa dello stile il suo marchio di fabbrica, con un montaggio sempre più frenetico e violento che esplode nella scritta HELL a tutto schermo nel momento in cui la verità è chiarita. E per un Jesse datosi alla macchia dopo la fuga dallo sceriffo, ci sono una Tulip e una Emily che si preparano al suo ritorno aspettando le sue scelte.
In particolare è
Emily a sorprenderci più di tutti. L'avevamo liquidata come la voce della ragione (insomma, almeno della normalità in un contesto che più fuori di testa non si può), e invece anche lei finisce per essere trascinata dagli eventi. Nello specifico portando in trappola il sindaco, che finisce divorato da un
Cassidy in ripresa. In conclusione ci sarà anche tempo per una riconciliazione tra il vampiro e il pastore, ma qualche scintilla e qualche diffidenza nell'aria rimane.