Preacher 1x07 "He's Gone": la recensione

Dopo le grandi sorprese e rivelazioni della scorsa settimana, Preacher torna con un episodio più calmo

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Ci sono grandi momenti in quest'ultima puntata di Preacher. Piccoli tocchi qua e là, niente per cui valga la pena spendere fiumi di parole, ma nel loro complesso sono queste particolari idee a rendere la serie migliore anche nei momenti di stasi e riequilibrio, come quelli di questa settimana. È Cassidy che butta quantitativi disgustosi di ketchup su un panino, è Jesse che raccoglie un foglio da terra (la scritta è "With God all things are possible") con l'inquadratura che stacca verso l'alto rivelando Cassidy, è lo sguardo triste con il quale lo sceriffo, nonostante tutto, cerca Eugene in chiesa, è lo stacco che ci porta dalle assi scure del pavimento fino allo studio di Odin, prima che parta la sigla. Tutto questo stile, questa costruzione di momenti e reazioni silenziose, crea comunque una patina di fascino e interesse anche quando gli eventi rallentano.

Dopo gli eventi clamorosi della scorsa settimana, tutti i personaggi si trovano a fare i conti con ciò che sta succedendo. E c'è una scena in particolare, quella del pranzo in cui questa famiglia improvvisata, più che disfunzionale, formata da Jesse, Cassidy, Tulip e Emily si riunisce a mangiare. Ognuno ha un segreto, ognuno avrebbe qualcosa da dire. Quando le parole escono fuori, però, è il disastro. Tutto il resto dell'episodio gravita intorno a questa scena, compresi i flashback di Jesse e Tulip che ci riportano a un tempo lontano, e già lasciano intravedere i semi dei personaggi che germoglieranno in ciò che sono oggi.

Il Jesse giovane è un bambino che prega, che chiede aiuto, che si rivolge a Dio. Sia che venga "esaudito" – come quando chiederà che il padre venga ucciso – sia che le sue preghiere rimangano inascoltate – Tulip che viene portata via – rimane su tutto un senso di insoddisfazione e impotenza, come se in effetti nulla sia sotto il suo controllo. Da qui al Jesse del presente il passo è breve. Trovandosi a gestire un potere straordinario, quello di Genesis, Jesse non vuole restituirlo, arriva a negare l'evidenza, addirittura lascia che Cassidy (!) interpreti il ruolo di coscienza in quel momento. Viene tirato in ballo anche Eugene, e la terribile sorte che gli è capitata. In realtà il meccanismo dei poteri non è chiaro: se Jesse ordinasse di far tornare Eugene, cosa accadrebbe?

Quanto al flashback, questo non ha un valore solo per il presente, ma anche per il futuro. Tanto per cambiare, misteri e domande senza risposta. E iniziano ad essere un po' troppe per lo spettatore occasionale.

Continua a leggere su BadTaste