Preacher 1x06 "Sundowner": la recensione
Al sesto episodio Preacher alza il ritmo, fornisce alcune delle risposte più attese e costruisce un incipit magistrale: l'impressione è che il resto della stagione sarà in crescita
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Riprendiamo da uno dei cliffhanger della scorsa settimana, quello che ci interessava di più. Si tratta di Jesse che incontra i due angeli – finalmente li possiamo chiamare così – Fiore e Leblanc presso una tavola calda, con questi che gli rivelano il conflitto in gioco. In realtà non sarebbe loro intenzione, ma Jesse interviene con il suo potere costringendoli a parlare e interpretando perfettamente i pensieri dello spettatore che non ne può più di attendere. Detto fatto, scopriamo che l'entità che è entrata nel corpo del pastore si chiama Genesis (brutto nome, commenterà Cassidy) ed è figlio dell'unione tra un angelo e un demone. Si tratta dell'unica creatura in grado di sbilanciare l'equilibrio di forze tra il paradiso e l'inferno, ed è compito dei due angeli custodi – letteralmente, era compito loro tenerla d'occhio – recuperarla.
E questo è un po' il tema della puntata e in generale dello show fino ad ora. L'uomo che interpreta il potere come un segno divino autogiustificandosi, la salvezza regalata come caramelle al prossimo, senza scelta, quasi “barando” come dirà Eugene ad un certo punto, scatenando le ire di Jesse. Ecco, la scelta è il nodo centrale, di questa come delle altre storyline dell'episodio. Jesse sceglie di tenere il potere, così come Tulip (scopriamo che aveva un figlio) sceglie di aiutare Emily dopo averla aggredita, così come il sindaco sceglie di coprire le spalle di Odin, così come alcuni ragazzi, a quanto pare sinceramente gentili, decidono di portare con loro Eugene durante un'uscita. È in quest'ultimo segmento, e nella discussione immediatamente seguente con Jesse, che la puntata si svela.