Preacher 1x04 "Monster Swamp": la recensione

Al quarto episodio il Preacher televisivo conferma un ritmo lento e la voglia di giocare sui misteri e le risposte mancate

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Spoiler Alert
Questo Preacher televisivo, così debitore eppure così diverso rispetto al materiale originale, ha deciso di prendersi i suoi tempi. Al quarto episodio di questa breve stagione da dieci puntate, è chiaro che vedremo avanzare la storia, anzi le moltissime storie, un passo alla volta, e che alla fine ci troveremo in mano un lunghissimo prologo ad un progetto che non ha nessuna intenzione di scoprire le sue carte troppo presto. Il ritmo è questo e, gli spettatori sono avvisati, difficilmente cambierà. In questa puntata rivediamo molte, ma non tutte, le storyline della serie. Se ne aggiungono altre, le domande si moltiplicano, ma l'attenzione è sempre alta e c'è sempre un sincero momento nella caratterizzazione delle scene e dei personaggi che riesce a tenere l'interesse alto.

C'è innanzitutto questa idea nella caratterizzazione dei personaggi lasciata soprattutto a momenti estemporanei e conseguenze varie. Le cause sono posticipate a un altro momento. Odin Quincannon ad esempio. Lo vediamo ascoltare con piacere le urla dei maiali al macello, urinare su dei documenti, giocare a Qbert, pronunciare un discorso insensato dopo un incidente mortale. Nulla ha senso in lui perché ai nostri occhi non deve averne, perché ci rimangono ignote, nel suo caso come in molti altri, le radici profonde che lo hanno reso l'uomo che è.

E anche quando, nel caso dei flashback di Jesse, quelle radici arriveranno, si tratterà sempre una patina oscura che nasconde, sparge misteri, promette risposte per il futuro. È un ragazzino sconvolto che passa di fronte a una stanza che nasconde chissà cosa, che vede in suo padre un modello di potere da emulare, anche se quest'ultimo si comporta in modo violento nei suoi confronti. Sembra che Preacher stia facendo di tutto per incamerare lo stile del sermone particolare pronunciato da Jesse in conclusione di puntata. Quasi mancando di rispetto ai suoi spettatori, senza dare loro punti di riferimento, gettando mattoni su mattoni ma senza incastrarli l'uno sull'altro.

L'impianto può essere frustrante, ma i singoli momenti lo riscattano sempre e lasciano intravedere un disegno che emerge a fatica. Sono i due emissari misteriosi che rivelano a Cassidy la loro intenzione di estirpare da Jesse il potere che si è incarnato in lui, è il segreto di Cassidy che viene rivelato a Tulip. In generale è anche un disegno che mantiene uno stile tanto spiazzante quanto coeso – almeno in questo – fatto di dramma, humour, violenza.

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