Powers (seconda stagione): la recensione
La nostra recensione della seconda stagione di Powers, lo show tratto dalla fortunata serie a fumetti scritta da Brian Michael Bendis
Se la prima stagione può essere considerata un fallimento sotto quasi tutti i punti di vista, i dieci episodi che compongono la seconda stagione di Powers riescono ad aggiustare leggermente il tiro, purtroppo non abbastanza da permettere allo show di discostarsi da quanto visto lo scorso anno. Pur andando a trattare tematiche come il dualismo supereroe/celebrità o il rapporto con i media, interessanti e finora inesplorate in telefilm di questo genere, il serial continua infatti ad avere una regia grossolana, una sceneggiatura che osa più del dovuto e delle prestazioni da parte del cast spesso non in parte. Oltre ovviamente a degli effetti speciali che continuano a far rabbrividire (qualcuno ha detto le scene di volo della Calista di Olesya Rulin?). Fortunatamente Powers è una serie che non si prende troppo sul serio (altrimenti sarebbe stato difficile mettere in scena un Michael Madsen sessantenne con indosso un attillato costumino bianco da supereroe), ma ciò non basta a giustificare repentini cambi di umore dei protagonisti o trame concluse in fretta e furia dopo essere state presentate in maniera minuziosa.
Obbligatorio spendere qualche parola sul finale vero e proprio di quest'anno, un finale che lascia aperta la porta a un'eventuale terza - e probabilmente ultima - stagione di Powers compiendo alcune scelte che ci hanno abbastanza spiazzato, prima fra tutte quella di far restare in vita la detective Deena Pilgrim (Susan Heyward) dopo che Supershock le ha letteralmente strappato il cuore dal petto. Certo, averle donato dei superpoteri in uno degli ultimi episodi lasciava intendere che il personaggio avesse ancora qualcosa da dire, ma c'erano altri modi per "fingere" la sua momentanea dipartita se proprio era necessaria ai fini della storia. Anche il sacrificio ultimo di Walker, perfetta conclusione della sua evoluzione narrativa, è stato vanificato dalla scena post-credit, che anticipa una sua probabile resurrezione con tanto di superpoteri annessi.