Power Rangers: Una volta e per sempre (Speciale), la recensione

Power Rangers: Una volta e per sempre è pensato per tutti coloro che erano davanti alla tv trent'anni fa, con tutti i suoi limiti ed eccessi

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La recensione in anteprima di Power Rangers: Una volta e per sempre, speciale d'anniversario disponibile da domani, 19 aprile, su Netflix.

Trent'anni fa i Power Rangers conquistarono l'occidente. Basati sui Super sentai giapponesi, nel corso degli anni gli adolescenti puri di cuore pronti a tutto per salvare il mondo si sono susseguiti, serie dopo serie, episodio dopo episodio. E se da un lato la fama calò mano a mano che il loro mondo si espandeva, dall'altra la storica prima serie rimane ancorata nel cuore degli appassionati. Tutto iniziò trent'anni fa, con Mighty Morphin Power Rangers (da noi solo Power Rangers) e con la minaccia di Rita Repulsa.

Power Rangers: Una volta e per sempre è uno speciale per celebrare proprio quella prima serie e quella prima squadra, riportando a schermo il Power Ranger Blu e quello Nero, oltre che una rediviva Rita Repulsa. Uno speciale che è anche un tributo al recentemente scomparso Jason David Frank, l'iconico Ranger Verde, capace di commuovere ed entusiasmare i fan.

La trama di Power Rangers: Una volta e per sempre

Sono passati anni dalla scomparsa di Zordon, ma Billy (David Yost) non si è mai arreso e continua a cercare il suo maestro. Purtroppo, a causa di una serie di errori, a tornare è Rita Repulsa, con un nuovo formidabile corpo robotico. Billy riunisce la squadra, ma i Ranger vengono sconfitti dalla nuova potenza di Rita, che nella battaglia uccide anche Trini, il Power Ranger Giallo.

I Ranger sconfitti si ritirano, e Zack (Walter Emanuel Jones) decide di adottare la figlia di Trini, Minh (Charlie Kersh). Un anno dopo, Rita Repulsa attacca nuovamente i Ranger rapendo Tommy, Jason e Kimberly. Per impedire che la strega realizzi il suo piano folle, Billy e Zack dovranno chiedere aiuto ad altri Ranger, e Minh dovrà scoprire cosa fa davvero un'eroina.

Lo speciale, della durata di circa 55 minuti, è una classica puntata dei Power Rangers: azione portata all'estremo, esplosioni, dialoghi beceri, trasformazioni e gadget straordinari, con ovviamente anche la comparsata del Megazord in tutta la sua CGI posticcia. Si tratta di un prodotto volutamente trash, e che per questo va visto in quell'ottica. D'altronde Rita Repulsa si liberò da un bidone della spazzatura intergalattico già 30 anni fa!

Nonostante questo, non mancano alcune coreografie piuttosto riuscite, merito dei bravissimi stunt che prendono ovviamente il posto degli attori nei momenti di combattimento. E qualche piccola chicca sparsa qua e là che farà felici i fan più sfegatati del brand di Hasbro.

L'occasione per una reunion

Power Rangers: Una volta e per sempre è stata l'occasione per celebrare la prima serie, nonostante l'assenza di più della metà del cast originale. Se i motivi per cui Amy Jo Johnson potrebbero essere legati all'età (o alla paga), e quelli di Austin St. John alla carriera e al nuovo lavoro, Thuy Trang è scomparsa nel 2001, e abbiamo trovato intelligente far morire anche Trini nello speciale, per non recastarla e renderle omaggio. Lo stesso si può dire di Jason David Frank morto lo scorso novembre, sebbene le riprese dello speciale siano avvenute prima.

David Yost e Walter Emanuel Jones sono quindi affiancati da Steve Cardenas, il secondo Power Ranger Rosso, e da Catherine Sutherland, la seconda Power Ranger Rosa. Lo speciale celebra così tutte le stagioni della prima storica serie tv, con tanto di Barbara Goodson che torna a prestare solamente la voce a Rita Repulsa.

Power Rangers: Una volta e per sempre è pensato per tutti coloro che facevano merenda davanti alla tv trent'anni fa, dimostrando che col cuore, siamo ancora tutti lì, in quel bar con frullati decisamente poco digeribili. Nonostante le rughe, nonostante gli acciacchi, siamo ancora lì, a gridare "Triceratopo!" a tutto volume. E quando dopo i titoli di coda, ci viene mostrato un estratto dalle riprese di trent'anni fa, la malinconia prende il sopravvento. Questa è un'operazione nostalgica che ricorda chi non c'è più, al grido di "Ranger una volta, Ranger per sempre".

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